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Giulia, fatta tutta di nuovo; e il principio di detta strada fa due fac-
ciate, dove è una bella fontana, nella quale condusse l’acqua la feli-
cissima memoria di papa Giulio, senza aver mai avuto luce che in
tal luogo vi si potesse trovar acqua.
«Ma avendo anticamente in pratica la sua villa, fece cavare pro-
fondamente e con diligenza, non perdonando a spesa, per fare questo
ben pubblico; di dove è oggi il suo palazzo insino a questo principio
di strada. E vedendo che questo suo desiderio riusciva, con ogni studio
si deliberò fargli l’ornamento, che ora se gli è fatto, d’opera corintia,
con colonne e pilastri, e nel mezzo una gran pietra di palmi dodici
per ogni verso, con una iscrizione che dice: TULIUS IT. PONT: MAX.
PUBLICAE COMMODITATI ANNO III. Con due nicchie per banda,
ai quali vi son dentro due statue, la Felicità e l’Abbondanza. Sotto
l’epitaffio vi è una gran testa antica e bellissima d’un Apollo, che getta
i detta acqua in un vaso grande e bello di granito; sul fine vi sono quattro
, accrotterie; in uno dei lati vi è la statua di Roma e nell’altro quella
di Minerva; e negli altri due, due piramidi di granito e nel mezzo un
Nettuno; tutte antiche e bellissime. Dalla parte di dentro di detta
ai facciata si volse accomodar sua Santità, senza incomodar il pubblico,
di fontane e di peschiere con molti giuochi d’acqua; dove son tre loggie
RI con colonne di marmo, e molti altri ornamenti di pitture ».
Di _ Roma alli 9 maggio del LV.
DV. E.
Rare Ser Bartolomeo Ammannati
(V. BALESTRA GrIacomo, La fontana Pubblica di Giulio III ed il
i Palazzo di Pio IV sulla via Flaminia, Roma, III, D. Battarelli, pa-
gina 66).
1553 — In quest'anno l'artista ha condotte a termine, per S. Pietro in
ser Montorio, la figura giacente d’Antonio del Monte, quella di Fabiano
gii e le due statue della Giustizia e della Religione.
I555 — Alla morte del pontefice Giulio III, lascia Roma e si teca a Fi-
renze, chiamato alla Corte di Cosimo I da GIORGIO VasarI. Il Duca
lo fece, in principio, lavorar di scultura nel salone di Palazzo Vecchio
e in una grande fontana, che doveva esser collocata dirimpetto alla
Udienza del Bandinelli. Non essendosi terminata l’opera, il Granduca
Francesco se ne servì per la villa di Pratolino. La partenza dell’Am-
mannati per Firenze è provata da una lettera di Michelangelo a lui
scritta da Roma.