Full text: La scultura del Cinquecento (10, Parte 2)

I3. — BARTOLOMEO AMMANNATI 347 
Giulia, fatta tutta di nuovo; e il principio di detta strada fa due fac- 
ciate, dove è una bella fontana, nella quale condusse l’acqua la feli- 
cissima memoria di papa Giulio, senza aver mai avuto luce che in 
tal luogo vi si potesse trovar acqua. 
«Ma avendo anticamente in pratica la sua villa, fece cavare pro- 
fondamente e con diligenza, non perdonando a spesa, per fare questo 
ben pubblico; di dove è oggi il suo palazzo insino a questo principio 
di strada. E vedendo che questo suo desiderio riusciva, con ogni studio 
si deliberò fargli l’ornamento, che ora se gli è fatto, d’opera corintia, 
con colonne e pilastri, e nel mezzo una gran pietra di palmi dodici 
per ogni verso, con una iscrizione che dice: TULIUS IT. PONT: MAX. 
PUBLICAE COMMODITATI ANNO III. Con due nicchie per banda, 
ai quali vi son dentro due statue, la Felicità e l’Abbondanza. Sotto 
l’epitaffio vi è una gran testa antica e bellissima d’un Apollo, che getta 
i detta acqua in un vaso grande e bello di granito; sul fine vi sono quattro 
, accrotterie; in uno dei lati vi è la statua di Roma e nell’altro quella 
di Minerva; e negli altri due, due piramidi di granito e nel mezzo un 
Nettuno; tutte antiche e bellissime. Dalla parte di dentro di detta 
ai facciata si volse accomodar sua Santità, senza incomodar il pubblico, 
di fontane e di peschiere con molti giuochi d’acqua; dove son tre loggie 
RI con colonne di marmo, e molti altri ornamenti di pitture ». 
Di _ Roma alli 9 maggio del LV. 
DV. E. 
Rare Ser Bartolomeo Ammannati 
(V. BALESTRA GrIacomo, La fontana Pubblica di Giulio III ed il 
i Palazzo di Pio IV sulla via Flaminia, Roma, III, D. Battarelli, pa- 
gina 66). 
1553 — In quest'anno l'artista ha condotte a termine, per S. Pietro in 
ser Montorio, la figura giacente d’Antonio del Monte, quella di Fabiano 
gii e le due statue della Giustizia e della Religione. 
I555 — Alla morte del pontefice Giulio III, lascia Roma e si teca a Fi- 
renze, chiamato alla Corte di Cosimo I da GIORGIO VasarI. Il Duca 
lo fece, in principio, lavorar di scultura nel salone di Palazzo Vecchio 
e in una grande fontana, che doveva esser collocata dirimpetto alla 
Udienza del Bandinelli. Non essendosi terminata l’opera, il Granduca 
Francesco se ne servì per la villa di Pratolino. La partenza dell’Am- 
mannati per Firenze è provata da una lettera di Michelangelo a lui 
scritta da Roma.
	        
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