Full text: La scultura del Cinquecento (10, Parte 2)

409 II. — RIFLESSI MICHELANGIOLESCHI NELLA SCULTURA 
scena di genere, di un realismo temperato e aristocratico: Sileno, 
contadino d’Arcadia dal corpo aitante e forbito, solleva con le noc- 
chiute mani il piccolo Dio; se l’accosta al volto, lo vezzeggia e sorride. 
Un tronco gli serve d’appoggio, e il tronco è, come sempre nell’Am- 
mannati, parte viva della composizione, non il posticcio puntello 
delle figure di Baccio Bandinelli: v’appunta il gomito Sileno a regger la 
posa di sghembo, agilissima, che dalla verticale del fusto d’albero è 
messa in rilievo nell’instabilità dello slancio. Le braccia del piccolo 
Bacco, sospesa l’una sull’omero del dio silvano con infantile dolcezza, 
abbandonata l’altra sul tronco di vite, ripetono in senso opposto, con 
ritmo fluttuante e leggiero, quasi correggesco, l’obliqua tesa del nudo 
elastico, lucente. Lampeggia il sorriso sul volto ombrato di Sileno 
nel tremolìo di poche vivide luci; e i corimbi, i pampini della sobria 
acconciatura, le ciocche della barba e dei capelli, completano l’ef- 
fetto pittorico della testa e del braccio in ombra, tra cui s’inargenta, 
distesa in luce, la seta del corpo lieve di Bacco, della rotonda testina 
sfiorata da una ghirlandetta d’edera, che par si stringa carezzevole 
alle tempia. Culmine dell’effetto pittorico è il tronco abbracciato 
dalla vite, sentita come cosa viva, che striscia e allunga verso l’alto 
le essetate fibrille, e d’un tratto s’attorce in una festa di pampini, 
di viticci e di grappoli, in un’ebbrezza d’autunno giocondo, per for- 
mare al sostegno del gruppo un capitello vivente, dall’alto del quale 
la testa di capretto della pelliccia di Sileno penzola a morder nel 
vivo di un turgido grappolo. 
‘Tutta vivezza d’effetti cromatici è l’arte dell’Ammannati nella 
Fonte (fig. 338) di Piazza della Signoria a Firenze, iniziata nel 1563, 
e scoperta al pubblico, secondo il Baldinucci, nel 1575. Sviluppata 
in ampiezza, la Fonte è composta d’una grande vasca poligonale 
con turgido parapetto spezzato da continui addentramenti, come 
suddiviso in una serie di vasche in prospettiva, separate per l’ombra 
violenta d’una gola dal bellissimo labbro arrovesciato del cornicione. 
Il piedistallo della vasca ne ripete il gioco movimentato d’aggetti 
e rientranze, alternando, tra sproni poligonali, scale a basso doppio 
grado con piattaforma curvilinea, e grandi conchiglie tese a rac- 
coglier nel cavo gli spruzzi della fonte. Entro gli spigoli della vasca 
s’incuneano agili mensole michelangiolesche attorte in volute scat- 
tanti con fauni che le cavalcano in instabile posa, mentre nel mezzo
	        
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