BENVENUTO CELLINI
1500, 3 novembre — Nasce da Giovanni Cellini e da Elisabetta Granacci.
1514 — Si mette all’orafo nella bottega di Michelangelo Bandinelli,
padre di Baccio.
I515 — Passa nella bottega di Antonio di Sandro, per soprannome Mar-
cone orafo.
1516 — In seguito a una rissa è confinato a Siena, ove rimane sei mesi
lavorando presso l’orafo Francesco Castoro.
1516-17 — $ta a Pisa nella bottega di maestro Ulivieri della Chiostra,
orefice.
I518 — Torna con Marcone orafo.
1519 — Va a Roma con l’intagliatore di legname Gian Battista del *l'ASSO,
e lavora nella bottega dell’orefice Paolo Arsago.
I521 — Torna a Firenze, e riprende a lavorare con Francesco Salimbene
orefice.
1523 — Riparte per Roma, e vi arriva quando era stato chiamato al soglio
pontificio Clemente VII.
1527 — Comparso l’esercito del Borbone davanti alle mura di Roma,
il Cellini, che si vanta d’aver con i suoi compagni abbattuto a colpi
d’archibugio il Borbone stesso, entra in Castel Sant’Angelo, rifugio
del Papa e attende a tirare le sue artiglierie.
1527 — Giunto Clemente VII ad accordi, il 5 giugno di quest’anno il
Cellini torna a Firenze dal padre suo, e, per consiglio di lui, si reca
a Mantova, a lavorare nella bottega di maestro Nicolò milanese, ore-
fice della corte dei Gonzaga. Per il Duca, fa un reliquiario « del sangue
di Cristo »; per il cardinale Ercole Gonzaga, un suggello pontificale.
1527 — Torna, dopo quattro mesi, a Firenze, e lavora a legar gioie, a
far medaglie d’oro da portare sul cappello, una lodatissima da Miche-
langelo.
18