egli fece erigere una ridotta di terra a pianta poligonale, con lati di
250 metri e con quattro bastioni, cui si posero i nomi di Medina a
quello fatto dalle truppe spagnuole, di Doria e di Gonzaga a quelli
eretti dalle compagnie italiane e di Tessiero a quello dell’Ordine
di Malta. Quest’opera era tutta di sabbia bastita con pochi pali
e perciò presentava un valore difensivo assai limitato. Difatti,
dopo circa due mesi, sopraggiunse inaspettata una flotta turca,
la quale sbarcò un grosso riparto di truppe, che assalì la ridotta,
la prese, vi massacrò il presidio cristiano e rioccupò Vl’isola.
I Turchi eressero, secondo un uso da essi molto seguìto, una piramide
di muratura alta 10 metti, sulle cui pareti fissarono le teste dei difen-
sori, così come poi fecero a Kamenitza, in Serbia, ove la famosa e
macabra “ torre dei cranii ,, esisteva ancora nel 1878.
La riconquista dell’isoletta inorgoglì i pirati che divennero sempre
più arditi e si moltiplicarono su quelle coste, cosicchè re Filippo nel
1564 decise di attaccare Pefion di Velez, situato a citca 100 chilometri
a sud-est di Ceuta, vicinissima alle coste meridionali della Spagna
dove erasi annidato e fortificato un loto grosso nucleo.
Il luogo era costituito da un etto scoglio a pareti ripidissime
assai vicino alla terraferma. Gli Spagnuoli già avevano occupato
tale sito nel 1509 ed allora il Navarro vi aveva eretto un fortino a
pianta triangolare con tre torri agli angoli, che esisteva ancota.
Alla spedizione presero patte, con la flotta spagnuola, anche le
galee dell’Ordine di S. Stefano di Toscana, il quale era stato istituito
da Cosimo de Medici appunto per combattere i pirati. Il commenda-
tore maggiore dell’ordine era allora Chiapino Vitelli, uomo valotro-
sissimo, eccellente capitano ed anche conoscitore profondo dell’arte
della guerra in genere, e in patticolare della fortificazione.
Altro ingegnere che prese parte a quest’impresa fu il lombardo
Agostino Amodeo, il quale pochi mesi prima era stato ad ispezio-
nare Gibilterra, sulle cui difese inviò parecchie lettere alla Cotte,
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