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) I Mori.
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Lisro TERZO: 135
Iotbea , infionis verfu, pedibufque folutis .
Antonio Lazife nel Panegirico inedito fo-
pra Verona:
Caftalias generofa Ifotta forores
‘Aufa fequi, et fiudiis laudes aggreffa viriles.
Vatifuoi fcritti, e componimenti vidi già nel.
la Biblioteca di Milano nel codice M. 44 in
quarto, de’ quali non prefi memoria .Il Be-
vilacqua n. 25 è tutto compofto di epiftole
fue, o a lei dirette. Propolte, o rifpotte
vi fi veggono del Guarino, di Gerolamo
Guarini, di Tobia, e di Damiano Borghi,
di Lodovico Cendrata, di Nicolò Veniero,
di Nicolò Barbo (in altro codice d’ Ermo-
fao Barbaro) del Cardinal Giuliano, ch’
avea prefeduto al Concilio di Bafilea, e d°
altri. Il M( 718 alquante pur n° ha di lei
a Damiano Borgo, e di quefto a lei. Quel.
le d’ Ifotta fingolarmente fpitano pruden-
za, e dottrina, ma nani fi veggonquelle,
che direffe a Nicolò V, ed a Pio II perec-
citargli a guerra contra Turchi. Una fua
orazione al Vefcovo Ermolao Barbaro è in
un manufcritto Mofcardo, che principia :
Non dubito, Reverende Pater, fore plerofgue.
Più altre donne per gli ftudy lodate, e ri-
cordate da molti conta quefta illuftre Fa-
miglia, onde fu detto a ragione nell’ Epi.
ftola al fuo Dialogo premefla, che di effe
quodam quafi fato ullo tempore non caruit . Di
Lau-