MALLLI
BALLI
Libro Quarto. 363
pate, e da niuno avanti tentate. La morte
del fudetto Pontefice fu di gran danno all
imprefa, ch’ egli però profeguì valorofa»
mente: fotius autem inftituti mei ratio eft, bi-
ftoriam univerfam Ecclefiafticam tam Grecam
quam Latinam alia ratione, atque Scripto-
res Greci fecerunt, a Chrifte natali die ad
mofira ufque tempora perducere. Tocca la ne-
ceffità di tale Iftoria per effer perduti Ege-
fippo, Papia, Quadrato , Ariftide, Da-
mafo, ed altri, e non meno gli fcritti de’
Notarj Romanì antichi; e parimente per-
chè Eufebio, e gli altri che fi hanno, po-
co parlano dell'Occidente, e vengono poco
avanti.
Notiffima cofa è a chiunque penetrò al.
quanto addentro nelle migliori lettere, e
nella vera erudizione, come il fonte più fi-
curo e più ampio delle notizie antiche fon
le Lapide , e le Ifcrizioni. Or quefto ftu-
dio a niuno è più debitore, che al Panvinio,
e da niuno mai fu tanto illuftrato, e pro-
moffo . Strano parrà il mio dire, poichè
nè l’iftoria dello ftudio Lapidario, ch’ altri
eruditamente fi è provato di fare nella Pre-
fazione alla feconda edizion del Grutero ,
nè verun di que’ tanti, che in varie occa-
» “.fioni coloro efaltano, i quali in tale appli-
cazione fi occuparono, del Panvinio men-
zion pur fanno, o ricordanza alcuna. Non
pertan-