366. DE GLI SCRITTORI VERONESI
originali de’ bronzi, e de’ marmi in Roma
fingolarmente, einaltre parti dell’Italia ac-
curatamentetràfcrivendo. Ecco però come
dell’immortal corpo delle Ifcrizioni egli eb-
beil merito, altri la gloria: e troppo credibi-
le per certoè, che il fuo Manufcritto aveffe
nella raccolta, e publicazione dal Grutero
poi fatta, gran parte; poichè dove gli al-
tri fuoi fcritti in Roma, o altrove pur fi
confervano, di quello delle Ifcrizioni non
fi è mai faputo novella, da che può arguir-
fi che foffe trafugato: e fe può efler lecito
per varie confiderazioni di far congettura,
10 inclino a credere, che la raccolta di Mar-
tino Smezio, ch'è il fondo del Grutero, e
che fi ftampò nobilmente dal Plantino nel
1588, fia appunto quella del Panvinio, in
tempo del quale lo Smezio ferviva a Roma
11 Cardinal Pio. Anche il titolo è 1° iteffo:
Antiquarum Infcriptionum Librum denomina-
va il Panvinio la fua fatica, come fi vede nel
Catalogo , e Ze/criptionum Antiquarum Li-
ber fi legge in fronte alla ftampa dello
Smezio .
Non poffo qui tralafciare, di moftrar quan-
to a torto fi leggano nel primo Corrigenda
del Grutero, in propofito di certa Ifcrizione,
quefteereticali parole : confi/?um a Panvinio,
ut alia multa: e fopra l’ Ifcrizione ifteffa ».
Scalizger vult ab Onufrio filtum. Nonè mai
in
sr
nr