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Lisro PRIMO. 15
siungevano i corni dell’ uno e I° altro, e fi
formava un recinto intero, e perfetto, ch’
è quanto dire un Anfiteatro, nell’ area del
quale venivano a combattere i Gladiatori.
‘Tanto fi legge in Plinio, a cui come di cent’ pj,,.
altre, fiamo unicamente debitori di quefta 36. 4. 15,
bella notizia. Efaggerò egli contra la teme-
rità del fatto, per eflerfi fatte penfili le Tri-
bù tutte, e pofto in machina, quafi fopra
due navi, il popolo dominatore dell’ Uni-
verfo; applaudendo egli fteffo al {uo peri-
colo, benchè affidato a due cardini, e in
tal rifchio di morte, che parve al tumulo
del padre di Curione pugnaffero quai Gla-
diatori i Romani tutti. Con tutto ciò non
ne feguì alcun danno; e folamente I ultimo
giorno indeboliti, o fcompofti alquanro gli
ordigni, non fi fidarono di far più andare
attorno, ma ritenendo la forma d’ Anfitea-
tro della fera innanzi, furon portate nel me-
zo le Scene, e fopra efle fatti veder gli Atle-
ti; indi rapiti via d’ improvifo i palchi, fat-
ta moftra de’ Gladiatori, ch’ avean vinto
i giorni innanzi. Quanto defiderabil fareb-
be, che non ci fofle Plinio ftato così avaro
di parole, ma l’artifizio ci aveffe diftinta-
mente defcritto, ed il modo! e con quai
contrafti di travature reltaffle afficurato l°
immenfo pefo; e con quali circofpezioni
collocati i perni, talchè non cedeffero, nè
pio-