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Teoria delle macchine dinamo e magnetoelettriche. 173
sarà così determinato quanto occorre per la teoria completa
delle macchine dinamoelettriche il cui magnete fisso abbia il
momento w. dovuto al magnetismo residuo. Dapprincipio infatti
esse agiranno come macchine magnetoelettriche col magnete
di momento w, e qualunque sia la velocità di rotazione, anche
piccolissima, daranno luogo a una corrente elettrica; ma questa
corrente crescerà molto lentamente con la rotazione, a motivo
della piccolezza di u. Allorchè peraltro la velocità di rotazione
è divenuta abbastanza grande da fornire la corrente i,, allora
la macchina funziona anche come dinamoelettrica, e da tal mo-
mento varrà per essa la formula fondamentale 29).
Con le formule già stabilite si può determinare quale sarà
la velocità v, per la quale la macchina, agendo come dinamo-
elettrica, da l'intensità i,, e si trova l’espressione
* b(At4i)+to-(a+i)(G+i)e
Ma per gli usi pratici questa espressione può semplicizzarsi.
Infatti, per la piccolezza di w la intensità î, è trascurabile di
fronte a quella che dà la macchina quando è in piena attività.
Il numero dei giri morti sarà quindi rappresentato con molta
approssimazione dal valore v, che assume 7, quando nella espres-
sione precedente si faccia i=0, e quindi sarà dato da
o} — eo ( 3)
‘© pad go 4
od anche, per la 39), dall’ espressione:
ab R
(44)
o
S phpdiraa da
2. Teoria del dott. Froòtlich.
114. Abbiamo veduto (102) che per le macchine magne-
toelettriche si ha la relazione semplice:
E=nv(W'—W"),