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Classificazione e caratteristiche delle macchine elettriche. 195
trova che per portare gli elettromagneti ad un magnetismo suf-
ficiente basta che tale derivazione sia qualche centesimo della
corrente primaria, facendo in tal modo si può ritenere che il
campo magnetico resulti quasi affatto indipendente dalle ordi-
narie variazioni che subisce il circuito esterno. Vedremo per
altro in seguito quale dovrà essere il valore da attribuirsi a
quella derivazione per ottenere il massimo effetto utile. Questo
modo di eccitare l’induttore fu adoperato anche dal Pacinotti
(66), e nelle macchine Gordon (88) e Siemens.
Nonpertanto le dinamo in derivazione non forniscono una
corrente assolutamente costante, e sono anzi molto più sensibili
alle irregolarità del movimento, a cagione dell’induzione con-
siderevole che la derivazione esercita su sè stessa, essendo co-
stituita da filo avvolto a spirale. Ora le correnti indotte da can-
giamenti rapidi negli elementi del campo magnetico (velocità
di rotazione, intensità, ecc.), si distribuiscono più difficilmente
nei circuiti ove l’induzione su sè stessi è grande, che in quelli
in cui è insignificante; quindi ogni cangiamento subitaneo in-
fluenza la corrente del ramo principale assai più di quella del
ramo derivato. Così il disporre le dinamo in derivazione, men-
tre rende più insensibile la corrente contro le perturbazioni do-
vute alle variazioni di resistenza nel circuito esterno, non la
protegge da quelle dovute ai cangiamenti di velocità. La di-
sposizione in derivazione si presta meglio per le lampade di-
sposte in serie, perchè ogni aumento nella resistenza esterna ac-
cresce l’intensità della corrente nel ramo derivato, e quindi
anche aggiungendo nuove lampade, la macchina può fornire la
corrente loro necessaria, quando, ben s’ intende, non si sorpassi
un certo limite.
Questi sistemi di aggruppare gli elettromagneti con l’in-
dotto posson applicarsi tanto alle macchine che forniscono cor-
rente continua, quanto a quelle a correnti alternate; ma nes-
suno d’essi è tale da conferire alla macchina, per una data
velocità costante di rotazione, nè una forza elettromotrice, nè
una intensità costante qualunque siano le variazioni nella resi-
stenza del circuito esterno.