208 Capo settimo.
derivato, si eseguiscono delle ricerche senza circuito esterno, con
velocità più che si può diverse fra loro, e si ottiene la formula
semplice
P,=fv— - .
My,
I resultati di queste esperienze saranno perciò rappresentati da
una retta, di cui le P, sieno le ordinate e le v le ascisse; due
punti arbitrarî di questa retta servono a darci i valori di fv
dn
e di —.
n
2.° Trovato questo circuito derivato, per tentativi vi si
aggiunge un circuito diretto, si effettua l'eccitazione mista della
macchina, e si fanno delle esperienze colle stesse velocità di
dianzi, ma con piccole resistenze esterne; e da queste espe-
rienze si determina il numero #m;, misurando anche le resi-
stenge 4, #, d.
Se, per esempio, la derivazione è parallela all’ indotto, dalla
di a
terza delle 5), rammentando che si è posto gf ha:
mM, a+w4d
Ma=— —(W+d)| ———__—_T T —. i |
° sl 1 agi
Ogni esperienza ci dà il modo di determinare un valore di Mai;
e si prenderà come esatto il valor medio dedotto per m, da
molte osservazioni.
ili Iii, 3.° Determinati #m, e d si introducono nella equazione di
i Iii condizione II) o III) e si calcola il circuito corrispondente al
valor limite; ciò fatto, per il numero delle spire del cir-
cuito diretto che dovrà effettivamente adoperarsi,
si prende un valore alquanto maggiore di quello
così ottenutio.
(NITRO La dipendenza fra m, e d può essere scelta arbitrariamente,
il | come già dicemmo. Se lo spazio destinato al circuito diretto
«deve restar costante, si dovra avere
mi = cd;