Norme generali per la costruzione delle macchine elettriche. 225
piccolo, e la intensità i della corrente non raggiunga il valore
necessario ad ottenere lo scopo desiderato. Allora converri prima
di tutto fissare il valore di i che occorre in quell’ applicazione,
quello della resistenza esterna R, e quello della forza elettro-
motrice e e della resistenza r di un rocchetto (o di una spira
sola), e poi avvolgere sull’indotto un numero n di rocchetti
(o di spire) dato da:
4Rri
Ia
€
e dividerli in gruppi contenenti ciascuno un numero x di roc-
chetti dato da
dir
Ae a
È
Se il numero x non resulta intero, si prenderà per esso il nu-
mero intero più prossimo. **
Con le macchine in cui i rocchetti dell’indotto hanno i
loro capi in comunicazione con serrafili separati (83; 67) st
potrà ottenere il numero x che rende massima la corrente i
n
R 2
il numero n dei rocchetti, non potremo nemmeno disporre del
mediante la condizione «=\/ ma non potendo accrescere
valore di i, che resulterà determinato dalla 3).
* Infatti dalla 3) il numero dei gruppi è dato da
n Ri
—_ = 5
x e
e per la condizione del massimo deve aversi
E
= —- Xx;
2. r
i w20R 1350 . ALA 2Ri 4Rri?
quindi sarà — —=— x, da cui x= — , ed n= — x=È—_-,
e r e e e
** Per gli anelli a tipo Pacinotti e per gli indotti a comunicazioni
trasversali, per ciò che si è osservato nella nota a pag. 223, pel valore
ne
4Rx
etto i 4iR
Re. e
massimo di î, con le notazioni adottate si ha i= , € quindi dovrà esser
n
A. STEFANINI, Le macchine magnetoelettriche e dinamoelettriche. 15