254 Capo nono.
quando lo strato superficiale è stato sciolto, essa ha perso la
magnetizzazione. Qualche volta si è invece così trovato che gli
strati interni son magnetizzati a rovescio degli esterni. È quindi
utile fare i grandi magneti con lamine sottili magnetizzate se-
paratamente, e riunite poi in fasci opportuni. Si hanno in tal
modo le calamite laminari di Jamin, che sono potentissime.
Una di esse, del peso di 50 cg. e costituita di 50 lastre d’ ac-
ciaio di rr c. m. di lunghezza e di 2 mm. di spessore, so-
stiene un peso di circa 500 cg. Si vede quindi che le formole
di Hicker e di Elias, che darebbero per F valori assai più
piccoli, non sono applicabili alle calamite laminari.
Quanto alla distribuzione del magnetismo, la discussione
delle esperienze fatte in proposito dal Coulom b, condusse il
Biot a stabilire la formula:
y SS k (u° E Ti
ove y è la densità magnetica lineare in un punto situato
alla distanza x dal polo nord della sbarra, 2 l è la lunghezza della
sbarra e p e k sono due costanti. Per le due estremità del ma-
gnete bisogna porre x=0 e si ha
Via E RIP);
e per la metà, ove x=l, si ha
=
La formula precedente di Biot coincide con quella ottenuta da
Green mediante considerazioni teoriche, ed è stata verificata
sperimentalmente dal Bouty.
Nelle ordinarie macchine magnetoelettriche si utilizza s0-
lamente il magnetismo in vicinanza dei poli, trascurando affatto
quello distribuito nel resto della sbarra: ciò è a carico dell’ef-
ficacia della macchina, come lo ha mostrato il Deprez. Infatti
nella sua macchina (43), che utilizza tutto il campo magnetico,
tenendo conto della piccolezza delle dimensioni, si hanno ef-
fetti notevolmente superiori a quelli ottenuti con altri sistemi
«di costruzione.