fullscreen: La tecnica e la statica (Volume 1)

  
  
  
  
  
Influenze fisiche pi 
  
di conseguenza aumentando di volume, può dar luogo a sollevamenti 
delle piastre di fondazione e compromettere la stabilità dell’opera (1). 
Diamo a piè di pagina l’indicazione di qualche recente studic svolto sull’argomento 
«delle temperature (?). 
3. — Effetto di urti; vibrazioni. 
L'urto di corpi su di una massa di calcestruzzo può avere per ef- 
fetto di sgretolare la superficie nel punto colpito e per un raggio poco 
esteso; il rimanente della massa non soffre, nè presenta delle fenditure. 
Tanto più resiste il calcestruzzo se è armato, specialmente con 
una armatura a sistema reticolare, oppure avvolto con spirale (#) 
Pali in cemento armato, infissi nel terreno, sopportano senza danno 
l'urto della mazza del battipalo; l'estremità colpita si presenta sgreto- 
lata per pochi centimetri, ma tutto il palo rimane sano. 
Il calcestruzzo ed il cemento armato si prestano per ciò in opere 
militari di difesa, per strati di protezione e corazzatura. Pareti in ce- 
mento armato di pochi centimetri (10-12) resistono già bene ai proiet- 
tili da fucile e a piccole granate. Di solito si usa disporre un primo 
strato di calcestruzzo magro (da 10 a 30 cm.) sullo scheletro sotto- 
stante in cemento armato; esso ritarda la penetrazione del proiettile 
e diminuisce sul cemento armato l’effetto dello scoppio. Da esperienze 
fatte durante la grande guerra è risultato che le armature in calcestruzzo 
ed in cemento armato sono le più resistenti ai tiri dell’artiglieria. 
Il cemento armato ed il calcestruzzo semplice si prestano bene 
per fondazioni di macchine, perchè risultando monolitiche, e nel con- 
tempo elastiche, non sono danneggiate dalle vibrazioni anche conti- 
nuate, le quali anzi vengono in certo modo assorbite e ripartite su tutta 
la fondazione; il funzionamento della macchina riesce più tranquillo 
e più sicuro che nel caso di fondazione in muratura. 
  
(1) Cfr. il libro dell’ A.: Tecnica delle fondazioni (Hoepli, Milano), 3? ed., 1939. 
(°) G. MacNEL: Peut-on bétonner quand il gèle? «La technique des travaux », 1930, 
pag. 117. 
PERFETTI e PALUMBO: Influenza della variazione di temperatura d'ambiente nella pre- 
parazione e conservazione dei provini di malta normale sulla resistenza meccanica. Assoc. 
internaz. prove materiali, Congresso di Zurigo, settembre 1931, I vol., pag. 699. 
E. MARCOTTE: Influence de la température sur la prise et le durcissementi des ciments. 
«Génie civil», II sem., 1932, pag. 158. 
(8) Cfr. la relazione del FERET: Resistances comparées des bétons à la compression, 
au choc, à l’usure et au decollement. « Revue des materiaux de construction et travaux 
publics », marzo-luglio 1929. . 
In questa ampia relazione è descritta una serie di prove eseguite nel Laboratorio 
sperimentale di ponti e strade di Parigi. 
Cfr. anche R. FERET: Etude experimentale du ciment armé. EA. Villars, Parigi. 
P. DEBRAY: Cours de materiaux de construction, professé à l’Ecole des ponts et chaus- 
sées, Paris. 
J. MALETTE: Analyse et essais des materiaux de construction. Ed. Dunod, Paris, 1924. 
 
	        
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