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Libro Secondo . | 103
patiare la groffezza d’vna Torcia. Fatto quefto fi pigliaranno dei
pezzi di Torcie ; che fiano lunghi almeno vn piede, e per ciafchedu
na Pignatta , fe ne farà paffare vno, il quale dourà auuanzare di fuo
ri allabocca di ella, &ilrefliduo; cherimmarà di fotto il fondo! fer-
uirà per manico da tenerfi nelle mani dall’ huomo, che haurà da fer
uire per tal’effetto, poi firiempirà la Pentola di pece greca ben fpol-
uerizata coprendola bocca di effa con Carta groffa , nella quale vi
{i faranno di molti buchi piccioli, ma quello doue haurà à paffare la
Torcia fia nè più, némenodi effa, e di fotto nel fondo d’attorno al-
la Torcia fi ferrarà con la cera, acciòche la pece non efca, & il mede
fimo farafli ad ogni altra Pentola , per altri huomini.
Ncl tempo di aprire l'Inferno douranno effere li fudetti huomini
à i fuoi luoghi, ciafcheduno con le Torcie accefe , e di quando in
uando douranno buttare per la detta Apertura delle fiamme di fuo
co nel Palco, alzando le Pentole con vehemenza, e conle Torcie ac
cefe in modo però che non vengano veduti,ne meno offendano quel
li, che ballaranno , ò morefcaranno , echi dourà ò entrare, ò vfcire
di detto inferno. Fàdibifogno in quefte attioni andare bene auerti.
to, poiche bene fpeflo fogliono fuccedere de gl'inconuenienti, però
tale actioni non deuono effere fatte da perfone balorde , e fciocche.
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