Full text: Marte nel 1896-97

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di posizione che ne feci in febbraio, allorché essa fu più 
precisa che mai, le assegnarono la latitudine boreale di 29° 
e l’estensione dal meridiano 256° al 270°. Io non ho saputo 
appurare con certezza se questa macchia sia l’Efesto op 
pure l’Alcionio di Schiaparelli. Come l’Alcionio delle carte 
milanesi, terminava essa superiormente in punta, ma in 
questa punta sboccava il Lete, che Schiaparelli fa terminar 
nell’Efesto. Nel planisferio io ho dato alla macchia quest’ul 
timo nome e se veramente si tratta dell’Efesto, questo si 
sarebbe, dal 1890 in qua, rischiarato in quella parte che già 
apparve, in altri tempi, attaccata all’Eliseo. Ad interpretare 
la nostra macchia piuttosto come l’Efesto che come l’Al 
cionio, mi ha spinto soprattutto un disegno del 30 novembre, 
in cui la macchia appare sotto co = 260°, con una coda oscura 
rivolta a sinistra e disposta lungo l’estremità boreale del 
disco, rasente alla callottina nivea. Ora, tale coda, che è 
certamente l’Alcionio, non arriva fino alla macchia in di 
scorso, ma ne resta discosta per un filetto lucido che nel 
forte scorcio può ben rappresentare qualche diecina di gradi. 
Oltre la punta in direzione del Lete, l’Efesto ne mostrò altre 
in direzione degli altri canali che vi terminano. Quando 
dette punte erano visibili, i canali scomparivano. Anche qui 
somigliavano dunque le linee di Marte a corna di lumaca, 
ora più ora meno erette. 
91. Di simili raggi uscenti dall’Efesto se ne contarono sei, 
però non mai visibili contemporaneamente. Quando si fis 
sava l’attenzione su d’uno, esso appariva intero, mentre gli 
altri sembravano ritirarsi, esclusa la Boreosirte, che non era 
una linea sottile, bensì una striscia larga e costantemente 
in evidenza. Nelle posizioni più oblique, poi, anche il Lete 
da linea si trasfigurava in striscia. Il sistema Lete-Boreo- 
sirte fu specialmente facile a vedere nella configurazione 290°, 
ossia mentre culminava la Gransirte (vedi 3 a figura della 
tav. 2 a ). Allora fra i due canali non si avvertiva differenza 
di larghezza, mentre, passando il Lete pel meridiano cen 
trale, appariva sottilissimo al confronto della Boreosirte.
	        
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