Full text: Marte nel 1896-97

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ima distanza focale di m. 6.15. Ordinariamente impiegai 
un’amplificazione di 500 diametri, die mi sembrò, nelle sere 
d’aria buona, la più adatta ad apprendere con fedeltà i par 
ticolari dell’immagine. Con ingrandimenti minori i fenomeni 
parevano certamente più intensi nei contrasti e di più facile 
studio, ma mi accorsi che ciò significava accrescimento di 
illusioni e non tardai a mettere gli oculari bassi da parte. 
Rarissime volte feci uso di vetri colorati, frapposti fra roc 
chio e l’oculare, sembrandomi anche questo ausilio piuttosto 
inteso ad accrescere l’effetto grato, ma pericoloso, dei con 
trasti, che a porgere all’occhio notizia sicura circa la qualità 
dei fenomeni. Quando l’aria fu un poco agitata oltre il nor 
male, feci ricorso — ma anche il meno che potei — al dia 
framma graduato che entra nei telescopi di Cooke come or 
gano essenziale (Q. Restringendo, per mezzo di questo, l’aper 
tura dell’obiettivo fino ad un certo limite di otto o nove 
pollici, l’immagine sembrava guadagnare in definizione, ma 
ebbi scrupolo che potesse trattarsi d’un vantaggio illusorio. 
Diminuita, infatti, la potenza del cannocchiale, venivano a 
fondersi insieme in un tutto appariscente, dettagli dell’im 
magine, separati e distinti, che nel telescopio maggiore erano 
rappresentati in modo più umile ma più vero. Così riconobbi, 
ad esempio, che la sensazione dei canali si faceva più in 
tensa nell’apertura ridotta che nell’intera, e ciò, lungi dal 
persuadermi ad adottar per sempre l’apertura diminuita, mi 
indusse a sospettar una cosa, della quale altre prove vennero 
in seguito, vale a dire che nella percezione dei canali vi è 
una parte d’illusorio. 
4. Al presente fascicolo sono aggiunte tre tavole, di cui 
la prima e la seconda contengono una raccolta dei disegni 
più completi che mi sia riuscito di fare durante l’opposi 
zione del 1896-97. Tutti questi disegni — uno escluso — 
^ furono eseguiti nell’epoca in cui la fase era totale o così 
(') L’Iris-diaframma è utile soprattutto nelle osservazioni delle stelle 
doppie. Ne ha dato una descrizione completa il Konlcoly nella sua « Anlei- 
tung zur IIimmel8photographie. Halle a. S., 1887 ».
	        
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