Full text: Scritti editi (Parte 1, Tomo 2)

PRESSO I GRECI 
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venne a stabilirsi in Coo, portando in Grecia le dottrine del- 
l’astrologia giudiziaria, non poteva trovar favore presso gli 
adepti della nuova scienza un sistema, in cui si turbava l’or 
dine concentrico delle sette sfere, e dei sette astri dominatori 
degli umani eventi; ordine che fu adottato anche dagli Stoici, 
e ritenuto come il più antico ed il più vero anche da Ipparco 
e da Tolomeo. Anzi allora si presentò il problema di spiegare 
le anomalie dei moti planetari senza turbare l’ordine predetto, 
e senza sconvolgere i principi fondamentali dell’astrologia. 
Inoltre, secondo le idee geometriche del tempo, il sistema 
presentava un difetto d’omogeneità. I circoli descritti da Mer 
curio e da Venere intorno al Sole erano tutti intieri da una 
parte della Terra, mentre quelli descritti da Marte, Giove e 
Saturno comprendevano questa nel loro interno. Il moto nel- 
1 ’ eccentro, contato dall’apogeo secondo l’uso generale di tutti 
gli antichi astronomi, si faceva intorno al Sole secondo l’ordine 
diretto dei segni per Mercurio e per Venere, secondo l’ordine 
inverso dei segni per Marte, Giove e Saturno. Tutte queste dif 
ficoltà non esistono per noi, che sogliamo riferire i movimenti 
zodiacali non all’apogeo mobile, ma al principio d’Ariete, cioè 
ad un’origine fìssa, rispetto a cui tutti i movimenti medi riescon 
diretti; e che troveremmo naturale di considerare i circoletti 
di Mercurio e di Venere come una specie particolare di eccentri 
mobili per cui il raggio è minore dell’eccentricità, mentre è 
maggiore di questa per gli eccentri dei pianeti superiori. 
9. Ma d’altra parte non poteva sfuggire ai matematici la 
facilità e la relativa precisione con cui quelle ipotesi rappre 
sentavano geometricamente l’anomalia principale dei moti 
planetari e davano conto delle stazioni e delle retrogradazioni. 
Trattavasi di conservare questi loro effetti, usando di costru 
zioni geometriche analoghe sì, ma di carattere meno rigido e 
più facilmente adattabile ai placiti delle scuole dominanti ed 
alle esigenze dell’ astrologia. Ora due erano le combinazioni 
geometriche, a cui il sistema doveva il suo carattere proprio 
e la sua concordanza coi fenomeni: V epiciclo, e l’eccentro mobile. 
Epicicli. — La prima era costituita dalla speciale forma 
di circolazione di Mercurio e di Venere intorno al Sole; la 
la quale fu evidentemente il primo germe, da cui derivò la 
teoria dell’epiciclo mosso sopra un deferente concentrico. Qui 
il deferente era l’orbita del Sole intorno alla Terra; l’epiciclo 
era l’orbita secondaria del pianeta intorno al Sole. Era mani-
	        
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