Full text: Scritti editi (Parte 1, Tomo 2)

PRESSO I GRECI 
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Schiaparei.u - Astronomia II. 
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« par ce petit mouvement de translation donné à la terre, 
« comme elle aurait pu être sauvée sans cela par un petit 
« mouvement qu'on aurait ajouté au mouvement principal du 
« soleil ». 
44. Fin qui H. Martin. Ma contro questa elaborata spie 
gazione si elevano insuperabili difficoltà. In primo luogo chi 
potrà ammettere, che l’operazione del togliere al Sole la sua 
piccola anomalia di periodo annuale, si possa esprimere dicendo 
che il Sole è messo en repos d’ une certaine façon? Del moversi 
infiniti sono i modi: un solo è il modo di riposare e di essere 
immobile. Quando Eraclide dice di supporre fermo il Sole, bi 
sogna credere lo supponga fermo in modo tale, da non lasciarlo 
muovere nè in questo, nè in quel modo. La ripetizione della 
particella Jtcoç dopo il pévovtoç è un pleonasmo aggiunto per 
arrotondare la frase, e darle maggior efficacia; così l’hanno 
intesa il Wyttenbach, il Boeckh ed il Bergli, i quali si son con 
tentati di fermare il Sole assolutamente e semplicemente, e 
così dobbiamo fare anche noi. 
In secondo luogo pare una singoiar contraddizione, che 
del Sole, il quale percorre uu vasto circolo nell’ ipotesi del 
Martin, si dica che sta in riposo , mentre della Terra, che ne 
percorre uno tanto più piccolo (24 volte più piccolo calcolando 
su i dati d’Ipparco), si dice che si muove. 
Una terza difficoltà sta in questo, che secondo la detta 
ipotesi non solamente il Sole, ma anche la Terra circola intorno 
al centro dell’ universo, dove nulla esiste. Nulla ai centro del- 
l’universo! Era la più grande assurdità che in quel tempo 
potesse concepirsi dalla niente di un fisico; nè, per quanto mi 
è noto, alcuno mai la propose dei filosofi e cosmologi antichi, 
nè prima di Eraclide, nè poi. V’ ha di più: all’epoca d’Era 
clide nessuno era giunto al concetto di far girare un astro 
qualunque (e la Terra meno ancora) intorno ad un punto geo 
metrico privo di naturale contrassegno; tale concetto doveva 
da un fisico esser riputato impossibile, e non se ne trova 
infatti nè allora, nè prima alcun vestigio, per quanto ini è 
noto. Come già si ebbe occasione di accennare, il moto negli 
eccentri e negli epicicli considerati come pura forma astratta 
d’ipotesi geometrica non fu inventato che più tardi, e non se 
ne ha menzione prima di Apollonio. 
Da ultimo si permetta ad un matematico di osservare, che 
1’ ipotesi attribuita dal Martin ad Eraclide, come capace di
	        
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