PRESSO I GRECI
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che a me pare gravissima (§§ 3, 10). Che se ad alcuno tale
difficoltà non sembrasse insuperabile, per lui la conclusione
ultima finirebbe coll’ essere la medesima, a cui si arriva nella
presente memoria per via molto diversa.
46. Considerando infatti, essere incertissimo che Eraclide
Pontico conoscesse ed approvasse la piccola anomalia del corso
solare, eviteremo tutte le precedenti difficoltà e contraddizioni
notando che il discorso immediatamente precedente di Gemino
versa sui pianeti, e forse ancora un’ allusione ai medesimi è
contenuta nell’enigmatico JtapeHkóv tig ( 1 ); onde risulta natu
rale che ai pianeti pure debba riferirsi l’estratto, che subito
vieti dopo, di Eraclide Pontico. Per noi dunque V anomalia
relativa al Sole, Jtspi tòv ipaov àvcoqaÀia, a cui qui si accenna,
è quella che Tolomeo ed Ipparco nell’Almagesto sogliono de
nominare talvolta f| Jtpòg tòv qÀiov dvcopocXia, tal’ altra f) jtcìq«
tòv q?aov dvcopuÀiu ( 2 ); cioè quella grande ineguaglianza dei
moti planetari apparenti, che sola era conosciuta ai tempi di
Eraclide Pontico, e che si manifesta principalmente colle sta
zioni e colle retrogradazioni. Questa anomalia si produce sim
metricamente nelle identiche distanze apparenti od elongazioni
di un pianeta dal Sole, a destra e a sinistra di esso; onde
1’ espressione Jtspl tòv tjÀiov si trova perfettamente giustificata,
mentre Ipparco e Tolomeo, considerando la relazione di essa
col Sole in modo più generale, preferirono di dire Jtupà tòv
ípaov o Jtpòg tòv qÀiov. — Ne concludiamo, che ai tempi di Ales
sandro Macedone, se non forse qualche anno prima, la possi
bilità di spiegare le ambagi dei movimenti planetari per mezzo
del moto della Terra intorno al Sole supposto fisso era già
conosciuta da quel medesimo Eraclide Pontico, che ammetteva
la rotazione diurna della Terra, ed il moto eliocentrico di
Mercurio e di Venere; e forse fu da lui non solo conosciuta,
ma anche da lui stesso scoperta. In tal modo le tre opinioni
a lui attribuite, della rotazione della Terra, del moto di Mer
curio e di Venere intorno al Sole, e della possibilità di spie
gare le anomalie planetarie col moto eliocentrico della Terra,
(!) Vedi 1’ ultima variante nel § 40.
( 2 ) Pel primo modo di designazione (aqòg tòv ipaov) vedi Almag. IX,
Í2 e X, 6. (Halma, voi. II, pp. 117, 118, 211). Pel secondo modo (itapà tòv
ípaov) vedi Almag. XII, 1. (Halma, II, pp. 312 e 313). In un altro luogo si
ha invece l’uno e l’altro modo combinati insieme: jtciqú toùg TtQÒq tòv
ipaov o/pipatiopoóg : Almag. IV, 5. (Halma, U, p. 156).