Full text: Scritti editi (Parte 1, Tomo 2)

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ORIGINE DEL SISTEMA PLANETARIO ELIOCENTRICO 
probabile che il sistema di Eraclide Pontico fosse semplice- 
mente quello di Ticone; anzi più perfetto che quello di Ticone 
in ciò, che Eraclide ammetteva la rotazione della Terra, mentre 
Ticone la respingeva 
50. La sola obbiezione che si possa fare a tal modo di 
vedere è, che degli scrittori, i quali ci hanno trasmesso qual 
che cenno del sistema di Eraclide I 1 ) nessuno fa parola della 
applicazione del moto eliocentrico ai pianeti superiori; anzi 
Calcidio parla soltanto di Venere, e tace di Mercurio, lo farò 
osservare che nel sistema ticonico le orbite dei pianeti supe 
riori avviluppano la Terra come in qualsiasi altro sistema 
geocentrico. Che poi i circoli da loro descritti fossero eccen 
trici, era una nozione già troppo speciale perchè scrittori di 
quel genere avessero a farsene carico. Il solo Adrasto avrebbe 
potuto trovar opportuno di esporre le cose con qualche preci 
sione. Ed infatti egli non tace dell’ipotesi degli eccentri mobili, 
che i pianeti superiori descrivono nel sistema ticonico; soltanto 
lo fa in modo confuso e disordinato, e sembra che egli stesso 
non ne avesse notizia precisa e completa. Inoltre il suo com 
pendio di astronomia non ci pervenne intiero, ma in molti 
luoghi mutilato da Teone Smirneo. Ambidue poi, Adrasto e 
Teone, potevano avere le loro buone ragioni per non far conto 
alcuno delle ipotesi eraclidee circa i pianeti superiori. L’ uno 
e 1’ altro erano fautori dell’ ipotesi delle sfere cave concentriche 
all’ universo, portanti nella loro grossezza una sferetta solida 
destinata a funzionare come epiciclo. Ora se per i due pianeti 
inferiori il sistema ticonico può adattarsi benissimo all’ ipotesi 
suddetta, come Teone dimostra sulla falsariga di Adrasto ( 2 ); 
lo stesso non si può dire dei tre superiori, per i quali tale 
adattamento è impossibile. Infatti nel sistema ticonico possono 
due pianeti diversi arrivare alla medesima distanza dalla Terra; 
l 1 ) Questi scrittori sono: Vitkuvio, De Architeetura, IX, 4; Teone 
Smirneo, De Astronomia, ed. Martin, pp. 396 e 397; Macrobio, Comm. in 
Somn. Scip. I, 19; Marziano Gap ella, De nuptiis Philol. et Mercurii, 
lib. Vili; Galcidio, Comm. in Timaeum Plato nis, c. 109. inoltre in un 
passo di Plutarco, De animae procreatione in Timaeo, c. 33, si mettono 
il Sole, Mercurio e Venere alla medesima distanza dalla Terra; nel che 
potrebbesi forse scorgere un’allusione al sistema d’Eraclide Pontico. Una 
più tardiva allusione si trova presso Buda, Elem. Philos. nelle opere di 
questo scrittore stampate a Golonia, 1613, voi. II, p. 316. 
( 2 ) Astronomia, ed. Martin, pp. 396-399.
	        
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