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ORIGINE DEE SISTEMA PLANETARIO ELIOCENTRICO
comune delle orbite dei cinque pianeti minori nel Sole, la Terra
rimanendo centro dell’ universo, della rivoluzione mensile della
Luna, e della rivoluzione annua del Sole stesso; e si arrivò
allo schema oggi detto di Ticone. Eraclide Pontico vi aggiunse
di proprio la rotazione della Terra intorno al suo asse.
Y. - Da questa fase delle deduzioni era ovvio arrivare
all’idea copernicana, attribuendo la quiete al Sole ed ai centri
delle orbite planetarie, e la circolazione annua alla Terra. Tale
passo definitivo si compiè ancora durante la vita di Eraclide
Pontico, il quale ce ne ha conservato memoria; e forse fu com
piuto da Eraclide stesso. — Ma per ragioni che ora non siamo
più in grado di apprezzare, Eraclide non adottò questo modo
di vedere; e lo considerò soltanto come un’ipotesi teoretica,
capace di dare una spiegazione sufficiente delle anomalie pla
netarie, ed equivalente a quella, che si poteva dedurre dalla
sua ipotesi propria.
YI. - Ad Aristarco di Samo si deve il vanto, non solo
di aver riconosciuto 1’ eccellenza del concetto copernicano, ma
ancora di averlo adottato come ipotesi sua propria; e di averne
pubblicata la spiegazione e le dimostrazioni in iscritti espres
samente consacrati a questo argomento. Aneli’ egli, come Era
clide, ha dovuto esser condotto al sistema eliocentrico del
mondo dalla necessità di porre nel centro delle orbite celesti,
non già punti ideali e vuoti d’ ogni entità fisica (come si fece
più tardi), ma i corpi allora considerati come i più importanti
dell’universo, quali la Terra (centro alla rivoluzione della
Luna), ed il Sole (centro alla rivoluzione della Terra e dei
cinque pianeti). Le orbite da lui adottate erano tutte circoli
concentrici al Sole, punto centrale dell’universo ; ad eccezione
di un solo epiciclo, descritto dalla Luna intorno alla Terra e
eon essa aggirantesi di moto annuo intorno al Sole.
YII. - La difficoltà di far prevalere nell’ opinione uni
versale la mobilità della Terra contro i dogmi ritenuti per
indiscutibili dai Platonici, dai Peripatetici, e poco dopo .anche
dagli Stoici, non permise che le idee di Eraclide e di Aristarco
portassero i loro frutti. Quando i matematici finirono per con
vincersi, che le ipotesi d’Eudosso e di Callippo erano insuffi
cienti a salvare i fenomeni, si diedero ad escogitare nuove
ipotesi, (die non contradicessero ai placiti delle scuole domi
nanti. A tale scopo essi abbandonarono il principio, tenuto
fermo fin allora, che ogni circolazione di un astro dovesse