CONSIDERAZIONI
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Strio.
6 gv tip atófiuTi XanJUQ()t<xTOs xaÀoup,evo<; xvoov xuì imóxippog.
Quae est in ore in ultimitate luininis: et dicitur canis et est
asehere aliemeni alahabor ( x ).
L’ étoile qui est sur la bouche, très brillante, nomraée le Chien
ou al-schira al-jamanija ou al-liabur.
Il paragone dei tre testi dimostra che Gerardo ebbe alle
mani un manoscritto arabico imperfetto ( 2 ), o che ei non seppe
interpretarlo a dovere. Tuttavia è evidente che le espressioni
curiose trahit ad aerem, tendit ad rapinavi, qualunque sia l’ori
gine dell’ errore che le ha prodotte, debbono considerarsi come
rappresentanti il tire sur le rouge del traduttore d’ Alsùli, e
1’ cjtóxiqpog di Tolomeo. Ciò ammesso, risulta manifesto, che
in ambidue gli esemplari dell’Almagesto usati da Alsfili (950
di Cristo) e da Gerardo di Cremona (1175 di Cristo) esisteva
l’indicazione del color rosso per le quattro stelle Aldebarano,
Antares, Polluce e Beteigeuze ( 3 ); e che in ambidue mancava
tale indicazione per Arturo e Sirio. Questo parallelismo non
può essere opera del caso, e ci conduce a concludere, quei due
esemplari esser derivati da una fonte comune assai antica, in
ogni caso anteriore ad Alsuti (nato nel 903 morto nel 986), la
quale potrebbe anche essere la versione di Thebit ben Korra
(nato nell’836, morto nel 901).
Questa discordanza degli antichi testi arabi dal testo greco
oggi ricevuto può spiegarsi in due maniere. Può esser infatti,
(0 Vedi la memoria di Knobel, Sole on thè Descriptions of two s(ars
ili Plolemy’ s Catalogne. (Monthly Notices, voi. XLV).
(-) Chi ha avuto occasione di leggere autori arabi nelle versioni me
diovali (che spesso sono le sole esistenti) non si maraviglierà di questo.
La mancanza di punti e la facilità di scambiare una lettera con un’altra
han prodotto frequentissimamente di simili controsensi nell’ interpretazione
dei vocaboli comuni. Quanto ai nomi propri, le trasformazioni avvenute
in questo modo sono quasi incredibili e lo sanno per prova quelli che si
sono occupati di proposito della geografia degli Arabi.
( :i ) La stessa cosa ha Ulugh-beg nel suo Catalogo, siccome ha notato
See a p. 383 del volume XI del periodico Astro no my and Àstropìiysics. Si
vede che l’Almagesto usato dal Principe Tartaro è derivato dalla stessa
fonte che quelli usati da Alsufl e da Gerardo di Cremona, malgrado che
Ulugh-beg sia vissuto molto dopo di questi.