designate qui coll’epiteto OJióxiQQog adoperato nell’Almagesto.
Le altre tre stelle delle sei più sopra enumerate sono nel
Tetrabiblo semplicemente nominate senza indicazione di colore.
L’omissione di tal accenno per Polluce non è difficile a spie
gare, meno facilmente si spiega quella di Beteigeuze; ma la
più degna d’attenzione è quella di Sirio, che allora come
adesso era la stella più brillante del cielo, e nel quale il color
rosso avrebbe meritato di esser distinto più che in qualunque
altra stella I 1 ).
8. Nel medesimo luogo del Tetrabiblo la natura di alcune
stelle principali è assimilata alla natura di qualcuno dei pia
neti. Delle sei stelle in discorso quattro, cioè Aldebarano,
Antares, Beteigeuze e Polluce sono da Tolomeo assomigliate
per natura ed effetti a Marte. Arturo è fatto partecipare alla
natura di Marte e di (Love; mentre a Sirio è assegnata la
natura di Giove mista soltanto con un po’ di quella di Marte.
Quale sia il principio direttore in queste assimilazioni non è
detto esplicitamente dall’autore; tuttavia dal contesto generale
della trattazione e dall’ esame dei singoli casi risulta con suf
ficiente evidenza, che la similitudine dei colori è stato il cri-
han supposto che il Tetrabiblo non appartenga a Tolomeo, e gli sia stato
falsamente attribuito, non parendo a loro possibile che l’autore di esso e
quello dell’Almagesto possano esser una medesima persona. Tale sospetto
si dileguerà subito agli occhi di chi faccia uno studio alquanto serio di
ambedue queste opere. È la stessa mente che ragiona, la stessa maniera
d’esporre, Io stesso stile, gli stessi termini tecnici. Le opinioni esposte
nel Tetrabiblo sull’Astrologia sono identiche o parallele a quelle indicate
nell’opuscolo Sulle apparenze delle stelle fisse, che è certamente di Tolo
meo. L’esame filologico e storico della questione ha confermato pienamente
questi argomenti, ai quali nulla si può contrapporre di plausibile. L’iden
tità dell’autore del Tetrabiblo con quello dell 'Almagesto e della Geografia
e delle Armoniche è stata ultimamente dimostrata con pieno rigoree por
tata alla più chiara evidenza da Franz Boll nella operetta intitolata:
Studien ueber Clandius Ptolemaeus : eia Beitrag sur Geschichte der
Griechischen Philosophie utul Astrologie. Leipzig, Teubner, 1804, 8°.
(*) La parte del Tetrabiblo a cui si allude si trova esattamente tra
scritta nel Compendio astrologico di Efestione Tebano, scritto verso l’anno
380 di Cristo Su quest’ opera veggasi quanto ne diremo più sotto. Qui
noteremo soltanto, che il testo riferito da Efestione concorda pienamente
colle edizioni stampate del Tetrabiblo. Pertanto siamo in grado d’affer
mare che 250 anni dopo Tolomeo i passi da noi riferiti del Tetrabiblo già
si leggevano tali quali ora noi li leggiamo: ciò che non poco conferisce
all’ autorità dei medesimi.