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RUBRA CANICULA
associata ad alcun asterismo ; se ne sbriga con un solo verso,
dicendo che brilla sotto i Gemelli ( 1 ). Io sono tentato di cre
dere, che 1’ apoteosi di Erigono sia dovuta ad Eratostene, con-
Procione poi è da lui considerato come una stella isolata, non
temporaneo di Arato; il quale nel suo poema intitolato Hermes
diffusamente trattò delle favole attinenti alle costellazioni; ed
in altro poemetto speciale intitolato appunto Erigone trattò la
leggenda di cui ci stiamo occupando ( 2 ). Comunque sia di
questo, è certo che già sulla sfera celeste d’Ipparco Procione
rappresentava non soltanto la stella ancora da noi così chia
mata, ma anche la piccola costellazione, cui essa appartiene ( 3 ).
Così pure sulle sfere celesti dei Komani ai tempi d’Augusto
la cagnetta d’Erigone stava disegnata sotto la figura d’un
piccolo cane, o piuttosto d’ una piccola cagna , comprendente
Procione con alcune stelle vicine; indi il nome di Canicula
dato così alla stella, come all’ asterismo. Il sesso non essendo
discernibile sulla figura, molti cominciarono ad appellarla sem-
plicemte il Cane minore ( Canis minor), per distinguerla dal
Cane ordinario {Canis major), analogamente a quanto fu fatto
per le due Orse. La confusione del sesso fu agevolata da ciò
che in latino la parola Canis può significare ugualmente cane
e cagna. Varrone {Rerum Rusticarum II, c. 1) mostra di non
ignorare, esser due i cani celesti, e non uno. Vitruvio nell’Ar-
chitettura, libro IX, c. 7, descrivendo la sfera costellata, dice:
major item {Canis) sequitur minorem. Igino, già citato, scrive a
proposito della costellazione del Cane minore ( 4 ) : Hic in lacteo
circulo defixus, pedibus aequinootialem circulum tangit, spedai
ad occasum ... omnino est stellarum III. La denominazione di
Cane minore è rimasta nell’Astrognosia e dura anche al pre
sente. Il nome di Canicula poi appare etimologicamente giu
stificato coll’applicarlo alla cagnetta d’Erigone, cioè a Procione;
t 1 ) Arati Phaenomena, v. 450.
( 2 ) Tanto dell’ Hermes che dell 'Erigone sono restati pochi frammenti,
raccolti e pubblicati da G. Bernhardy nel suo libro Eratosthenica, Ber
lino, 1822, pp. 110-167.
( 3 ) Hipparchi in Arati et Eudoxì Phaenomena Lib. Ili, p. 241 nell’edi
zione di Peta vio (Uranologion, ed. Paris, 1630). Anche Gemino conosce la
costellazione di Procione.
( 4 ) Astronomica, ed. Bunte, p. 96. Non cito i Catasterismi comune
mente attribuiti ad Eratostene, essendo provato di essi, che sono una
compilazione relativamente recente, fatta principalmente su di Igino.