Full text: Scritti editi (Parte 1, Tomo 2)

CONSIDERAZIONI 
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mentre dalla sua applicazione a Sirio non riceve alcuna plau 
sibile spiegazione. 
2. L’ autorità più importante su tale argomento è per noi 
quella di Plinio il Vecchio, il quale in diversi luoghi del 
libro XVIII della Storia Naturale esprime la sua opinione 
molto chiaramente. Nei capitolo 28 si hanno le seguenti indi 
cazioni ...Ab solstitio ad fidiculae occasum VI Kalendas lulias 
Caesari Orion exoritur: zona autem ejus IV Nonas Assyriae, 
Aegypto vero Procyon matutino aestuosus, quod sidus apud Ro 
manos non habet nomen, nisi Caniculam hanc volumus intellegi, 
hoc est, minorem canem, ut in astris pingitur, ad, aestum magno 
pere pertinens sicut mox docebimus. Da questo passo si conferma 
che per Plinio la Canicola era la costellazione del Cane minore, 
il qual nome egli pure si risolve a dare a Procione, forse per 
non chiamarlo Antecanis come aveva fatto Cicerone ( i ). Secondo 
Plinio, Procyon aestuosus ha sull’ estate un’ influenza non mi 
nore che quella di Sirio. Alcune linee dopo: ... XVI Kal. Aug. 
Assyriae Procyon exoritur, dein post triduum fere ubique confes 
sum inter omnes sidus ingens quod Canis ortum vocamus, Sole 
partem primam Leonis ingresso: e qui si distingue fra il levare 
del Cane (o di Sirio) e quello di Procione con intervallo di 
3 giorni: onde falsamente alcuno ha argomentato ( 2 ) che Plinio 
abbia confuso questi due astri. Poco dopo: ... In hoc temporis 
intervallo res summa vitium agitur decretorio uvis sidere illo, 
quod Caniculam appellavimus, unde carbunculare dicuntur, ut 
quodam uredinis carbone exustae : da che si vede quali effetti 
dall’influsso di Procione i Romani temessero per la coltura 
delle viti. 
Nel capitolo 29 dello stesso libro XVIII è esposta una 
singolare teoria degl’ influssi dell’ Aquila e della Canicola (Pro 
cione) sulla vegetazione. Plinio incomincia col descrivere il 
corso della Via Lattea, segnandone le intersezioni coll’equa 
tore celeste nell’Aquila e nella Canicola, dov’erano e sono 
effettivamente .. . Est praeterea in coelo qui vocatur lacteus cir 
culus, etiam visu facilis. Hujus defluvio, velut ex ubere aliquo, 
sata cuncta lactescunt duorum siderum observatione, Aquilae in 
(9 Antecanis, Grato Procyon qui nomine fertur. Aratea, ed. Buhle, 
voi. 11, p. 18. 
( ? ) Salma.su, Pliniana z Exercitationes in Solinum, pp. 303-309 nell’edi 
zione di Utrecht, 1689.
	        
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