CONSIDERAZIONI
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chiare... Martis sidus igne ardens ( Hist. Nat. II, 8 ) e poco più
sotto... suu8 cuique color est, Saturno candidas, Ioni clarus,
Marti igneus etc. Nei sei libri dell’ opera attribuita a Manetone
col nome di Apotelesniatica c’ è addirittura una valanga di
epiteti riferentisi al colore di Marte; oltre al solito mipóeiq,
troviamo jrupiAupjrrjq (IV, 112), ulfiodósiq (IV, 319), jrupipappupoq
(IV, 391), mjpo(3óÀoq (IV, 437), jrupqpópoq (VI, 692). Tolomeo poi
nel Tetrabiblo (libro I) definisce il colore di Marte colla parola
jrupo'iSqq e in un altro luogo (libro II) applica al pianeta lo
stesso epiteto ujtóxippoq che suole usare per le stelle rosseggiali ti
tanto nell’Almagesto che nel Tetrabiblo ; seguito in ciò da Vestio
Valente nella sua Antologia astrologica (*) e da molti altri.
VI. CONCLUSIONI.
1. La qualificazione ujtóxippoq applicata a Sirio negli Alma-
gesti Greci non è confermata dagli Almagesti di tradizione
arabica finora esaminati, ed è indirettamente smentita da
quanto Tolomeo stesso scrive sui colori di alcune stelle nel
Tetrabiblo. L’ipotesi di Schjellerup, secondo cui quel vocabolo
in uno degli originari manoscritti sarebbe stato arbitrariamente
surrogato alla vera dizione xal aeipioq, acquista una certa
probabilità.
2. Ai passi dei traduttori e parafrasti latini d’Arato, che
furono allegati come documenti nella presente questione, non
si può dare la più piccola importanza.
3. Si può considerare come certo, che originariamente
presso i Romani Canicula indicasse la stella principale del
Cane minore, cioè Procione; e che l’applicazione fatta più
tardi di questo nome a Sirio, sia derivata da una confusione
fra i due Cani celesti, il cui levare eliaco quasi coincideva
colla stessa epoca del calendario, e si supponeva seguito da
identici effetti sul clima, e sulla vita animale e vegetale.
4. L’epiteto di rubra applicato da Orazio alla Canicula
(che per lui è probabilmente Procione e non Sirio) ha relazione
colla cagnetta rossa che si usava sacrificare nelle Robigalia ;
(*) Vestii Valentis Antiochei ex primo libro Floridorum, De naturo
planetarum, nella collezione di Gioachino Camerario intitolata Astrologica-,
Norimbergae, 1532.