Tanto grande è la fecondità della produzione scientifica
ai nostri giorni, che sempre più diventa difficile seguirne lo
svolgimento e conoscere in tempo utile tutto ciò che è stato
scritto sopra una data materia. Così è avvenuto che nel pre
sentare a questa Accademia la mia memoria Rubra Canicula
(pubblicata poi negli Atti del 1896), io ignorassi completamente
che già fin dal 1892, in un periodico che si pubblicava a
Northfield nello Stato di Minnesota (Stati Uniti) col titolo di
Astronomi/ and Astrophysics, era uscita in luce una memoria
del dott. T. J. J. See, dove assai ampiamente si trattava il
medesimo argomento. Ed oggi ancora (dicembre 1896) non ne
avrei notizia, se alcuni astronomi miei amici, ricevuto l’invio
di Rubra Canicula , non mi avessero edotto della cosa. Io fui
abbastanza fortunato per ottener subito da uno di essi lo scritto
del dott. See, dove non senza qualche meraviglia trovai, che
appoggiandosi sopra documenti in gran parte identici a quelli
da me raccolti, egli è arrivato ad una decisione affatto opposta
alla mia, ed ha concluso doversi considerare come cosa indu
bitabile che verso il principio dell’ èra Cristiana, ed anche
prima, Sirio era rosso e non bianco ( 1 ).
Trattandosi dell’ esame di antichi testi, i quali per lo più
in simili materie ammettono una latitudine più o meno grande
d’ interpretazione, non è possibile dare alle dimostrazioni tutto
il rigore matematico; e il risultato non può essere che una
probabilità maggiore o minore, che da diversi giudici può esser
diversamente giudicata. In tale diversità di opinioni suole
p) T. J. J. Shiì, Ristori/ of tlic color of Sirius nel periodico Astro
nomi/ and Astrophj/sics, voi. XI, 189:2, pp. 269-274 e 372-386. Northfield, 1892.