NUOVE CONSIDERAZIONI
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Nè più difficile sarebbe formare un altro catalogo di luoghi
classici, dove gli epiteti sopradetti si applicano al Sole o ad
altri oggetti di colore certamente diverso dal rosso. Ma non
mi pare che sia utile discutere più oltre sopra una classe di
testimonianze, dalle quali non è probabile possa mai derivare
alcuna luce sulla presente questione.
Un solo passo sembra meritare qualche attenzione: ed è
quello dove Plinio, parlando dei colori dei pianeti, dice: Color
Solis quurn or ¿tur, ardens : postea radians. Questa è una delle
mille occasioni in cui Plinio sembra voglia oscurare l’espres
sione del proprio pensiero coll’uso di vocaboli male appropriati.
Chi ha mai saputo che fra i colori esista il colore ardente e
il colore radiante ? L’osservazione diretta del fatto ci avverte,
che qui ardente sta per rosso e radiante pel colore della luce
bianca del Sole meridiano; ma se ciò non fosse, chi ne capi
rebbe qualche cosa? Non può dunque Plinio fare autorità per
indurci a ravvisare nella parola ardens l’equivalente di rosso.
Che ardens tragga seco l’idea di calore e non di colore era
certamente noto agli antichi; i quali dall’esperienza dei me
talli roventi e dei carboni in combustione avevano appreso
benissimo, che il calor bianco è accompagnato da una tempe
ratura più elevata che il calor rosso ( 1 ).
IX. GEMINO.
Questo scrittore, del quale si ritiene comunemente che
vivesse sul principio del secolo che precedette 1’ èra volgare,
Dies, 685): Euripide ( Hecuba , 1080): Apollonio Rodio (Argon. II, 517):
Arato ( Phaen. 331): Virgilio (Georg. IV, 335): Orazio (Od. 1, 18 e III, 13):
Manilio (Astrai/. V, 17 e 308): Columella (De cultu hort. 386): Plinio
(II. N. II, 47 e Vili, 63). Vi si può aggiungere: Esiodo (Scut. lieve. 153
e 397): Arato (Pliaen. 596): Quinto Smirneo (Paralip. Vili, 30): Nonno
Panopolita (Dionys. XLVII, 354): Tibullo (l. Eleg. IV, 6 e 43): Properzio
(II. Eleg. XXVlll, 4): Persio (Sat. IIJ, 5): Lucano ( Phars. X, 311): Silio
Italico (Pun . I, 356): Stazio (Sylv. lih. 1, III, 5: lib. II, I, 316: lib. Ili,
1, 54): Seneca tragico (lieve. Oet., 68): Columella (De cultu hort. 400):
Marziale (Epigr. IV, 66): Palladio (De Re Rust. XI, 13): Nemesiano (Lau-
des lieve., 134): Rutilio Namaziano (Itiner. I, 479 e 638): Ausonio (Eclog.
HI, 10 e Éidyll. Vili, 16): Claudiano (Eidyll. VI, 33 e VI, 93 e parecchi
altri luoghi). Nò la lista è completa: ma a che può servire il prolungarla?
( l ) V. su ciò la curiosa teoria dei colori di Democrito presso Tkofrasto,
De Sensibus, pubblicata da Diels nei suoi Doxographi Graeei, p. 531.