Full text: Scritti editi (Parte 1, Tomo 2)

ASTRO-METEOROLOGICI DEGLI ANTICHI 
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ed in qual senso si devono intendere le previsioni dei feno 
meni atmosferici. Il parapegma eclettico di Tolomeo e quello 
di Pseudo-Cremino contengono di gran lunga la maggior parte 
di quanto ci è restato delle indicazioni contenute nei para- 
pegmi originali. Pochi altri avanzi ne sono stati salvati per 
mezzo di autori antichi che trattarono incidentalmente questa 
materia; principalmente per mezzo di Giovanni Laurenzio da 
Filadelfia nel suo libro Slui mesi (scritto verso 1’ anno 540 di 
Cristo) del quale si son conservati alcuni frammenti; e per 
mezzo di Plinio il Vecchio nel libro XVIII della Storia Natu 
rale ., dove dal capo 24° al 35° si tratta dell’ uso delle osserva 
zioni celesti e delle episemasie per l’utile dell’agricoltura. 
Ambidue citano quasi tutti gli osservatori di cui si è parlato 
più sopra, e di quasi tutti riferiscono qualche indicazione. 
Malgrado tutto questo, siamo ben lontani dal poter tentare la 
restituzione esatta anche di un solo degli antichi parapegmi 
originali. Non soltanto per essersi perdute molte indicazioni 
di ognuno; ma anche perchè la data di un medesimo fenomeno 
assegnata da un medesimo osservatore, è riferita in modo di 
scorde dai vari compilatori. 
Non sarà inutile aggiungere qui alcune notizie intorno 
all’antico calendario rustico dei Romani, il quale è una deri 
vazione dai parapegmi greci. Da tempo immemorabile i con 
tadini del Lazio furono avvezzi a riconoscere le fasi dell’anno 
nell’ aspetto del cielo quale si presenta al cominciar dell’ alba 
e al finir del crepuscolo. Nè da tale necessità poteva liberarli 
il calendario civile dei Romani, il quale fu sempre più o meno 
in disordine fino all’epoca della riforma di Giulio Cesare. Di 
qual sussidio poteva infatti esser all’ agricoltura un calendario, 
che soleva discordare dal corso del Sole di parecchie settimane, 
e caduto da ultimo in balia dei politicanti, durante le guerre 
civili arrivò a scostarsene di tre mesi intieri? Quando dunque, 
insieme a molte altre cose, arrivò dalla Grecia la notizia e 
l’uso dei parapegmi astrometeorologici, sul modello di essi si 
venne formando in epoca non bene determinata un calendario 
rustico, che nella sua forma originaria ora più non abbiamo; 
del quale però si riguardano come derivazioni più o meno 
complete, più o meno modificate I o le indicazioni contenute 
nei Fasti d’Ovidio; 2° il calendario di Varrone, di cui alcuni 
frammenti sonosi conservati in ciò che resta del già citato 
libro Sui mesi di Giovanni Laurenzio da Filadelfia; 3° il calen-
	        
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