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SUI PARAPEGMI 0 CALENDARI
dario di Columella, che si può vedere nella sua opera De Re
Rustica, libro XI, capo 2°; 4° da ultimo il calendario intitolato
dal nome di Claudio Etrusco grammatico dei tempi Augustei,
il quale ci fu conservato tutto intiero in una traduzione greca
dell’anzidetto Giovanni Laurenzio nel suo libro ¡Sili presagi.
I Fasti Ovidiani contengono poche indicazioni meteorologiche,
essendo principalmente consecrati alle tradizioni sacre e civili;
inoltre vi sono gravi errori nella parte astronomica. Ma i
calendari di Yarrone, di Columella e di Claudio Etrusco hanno
la forma dei parapegmi greci, e contengono oltre ai fenomeni
stellari anche le episemasie, però senza che sia indicato il
nome degli autori da cui furon tratti gli uni e le altre. Una
cosa è tuttavia manifesta, che quantunque ordinate secondo i
mesi del calendario giuliano, le indicazioni astronomiche e
meteorologiche differiscono assai spesso da quelle di Giulio
Cesare, accordandosi invece molte volte fra loro. Columella
dice in termini generali che il suo calendario è redatto secondo
le opinioni accettate da molto tempo fra gli agricoltori, i quali
davano particolar credito ai fasti di Metone, di Eudosso, e
degli astronomi più antichi: ... in hac ruris disciplina sequor
nunc Eudoxi et Metonis, antiquorumque fastos astrologorum, qui
sant aptati publicis sacrificiis ; quia et notior est ista vetas agri-
colis concepta opinio, nec tamen Hipparchi subtilitas pinguioribus,
ut aiunt, rusticorum litteris necessaria est. È dunque da ammet
tere che il calendario rustico dei Romani fosse fondato sui
dati dei più antichi parapegmatisti, senza che sia possibile
oggi accertare la parte che ciascuno di essi ebbe nella forma
zione del medesimo P).
(!) Tutto quello che in greco ci è rimasto degli antichi parapegmi sta
raccolto in un volumetto che ha per titolo: Joannis Laurentii Lydi liber
de ostentis et Calendario Graeca omnia: edidit Curtius Wachsmuth,
Lipsiae, in aedibus Teubneri, 186:1. Contiene i parapegmi di Pseudo-Ge
mino, Tolomeo, Claudio Etrusco; i frammenti del libro Sui mesi di Gio
vanni Laurenzio accennati qui sopra, e altri documenti minori, dei quali
non ho fatto menzione perchè importanti solo astronomicamente. 11 Wachs
muth vi ha premesso una dotta introduzione, della quale molto ho profit
tato nello scrivere il presente studio. Dei documenti latini non esiste ancora
una collezione completa, ma è facile trovarli. Poche indicazioni ha Yarrone,
De Re Rustica , lib. I, cap. 28. Altre più copiose ne ha Columella nel suo
trattato di ugual nome, lib. IX, cap. 14, oltre al suo Calendario lib. XI,
cap. 2. Da ultimo Plinio nella Storia Naturale ha gran copia di notizie
interessanti su tutta questa materia, e prova ne siano le frequenti citazioni