ASTRO-METEOROLOGICI DEGLI ANTICHI
279
metodica, in modo da avere un necessario effetto. Ma in essi
s’ inscrive quello che risulta per lo più concordare colla quo
tidiana osservazione. L’osservazione e discussione a ciò relativa
suolsi fare come segue. Partendo dal principio dell’ anno, e
notando giorno per giorno in qual segno ed in qual grado si
trovi il Sole, accanto vi si registrano le mutazioni dell’ aria,
dei venti, le piogge e le grandini. Le quali cose osservando
per molti anni, quelle mutazioni che più spesso si notano
corrispondere ai medesimi luoghi dello zodiaco, vengono regi
strate nei parapegmi, non come predizioni desunte da teoria
certa, ma come indizio pratico di ciò che prossimamente si
può aspettare. E poiché il principio dell’ anno non è per tutti
il medesimo, nè i mesi hanno gli stessi nomi e lo stesso nu
mero di giorni, non è possibile ordinare il tutto secondo un
medesimo sistema di calendario: pertanto vollero determinare
le epoche delle mutazioni dell’aria riferendosi a certi segnali
invariabili, quali sono il levare e il tramonto degli astri
Perciò coloro che da principio composero i parapegmi sulle
osservazioni, fìssati quei luoghi dello zodiaco, a cui corrispon
dono per lo più certe date vicende dell’ atmosfera, ricercarono
quali astri si levino o tramontino in quelle epoche Mani
festo è dunque che le episemasie dei parapegmi sono indica
zioni approssimative, non dedotte da alcuna arte, nè legate ad
alcuna necessità; ma sono il frutto di continuate osservazioni.
Per la qual causa molte volte esse non si verificano. E gli
astronomi non sono da accusare di ciò, come (e giustamente)
si accuserebbero dell’aver sbagliato nel predire un’eclisse, o
la levata di un astro. Tutte le cose infatti, che dipendono da
una teoria razionale, possono predirsi od enunciarsi senza
errore. Ma dalle episemasie non può derivar lode perfetta,
quando sono seguite dall’effetto; nè si deve trarne motivo di
accusa, quando non si trovino verificate; questa è infatti una
parte dell’Astronomia non soggetta a teoria alcuna ».
Nell’ introduzione al proprio parapegma descritto nel para
grafo precedente, Tolomeo cosi si esprime sull’ interpretazione
delle episemasie. « Abbiamo inscritto le episemasie osservate
dagli antichi nei giorni loro corrispondenti del corso del Sole;
non già da intendersi come infallibili o tali che debba aspet
tarsene il pieno adempimento; ma quali per lo più si potreb
bero aspettare, se non vi facessero contrasto molte altre cause...
Poiché lo stato dell’atmosfera non è solamente regolato sul