Ascrivo a mia singoiar fortuna che a me tocchi in sorte
di dare alla Società Astronomica Italiana qualche succinta no
tizia di questa grande e bella opera ( 1 ), la cui pubblicazione
soddisfa un lungo desiderio di più che mezzo secolo, sentito non
solo dagli astronomi, ma anche dagli studiosi delle scienze
storiche. Fra le diverse applicazioni dell’astronomia nessuna
è più bella e più nobile e connessa con maggior varietà di
cose, che la cronologia matematica e tecnica, quella che tratta
del computo dei tempi in modo teoretico e storico. Come di
tutte le scienze e di tutte le arti, così anche di questa i primi
ed umili principi risalgono molto alto nella serie dei secoli.
Forma di scienza regolare essa ebbe tuttavia soltanto da poco
più di trecento anni; e questo avvenne principalmente per
merito di due grandi eruditi, Giuseppe Scaligero e Dionisio
Petavio, dei quali il primo colla sua opera fondamentale De
emendatione temporum (1583) e l’altro colla sua anche più vasta
e profonda Doctrina temporum (1627-1630) raccolsero e A^aglia-
rono gli sparsi materiali di questo studio, e posero le fonda-
menta di ciò che è ora diventato un grande e complicato edifizio.
Per due secoli (1630-1826) nessuno sperò di poter emulare
e vincere l’opera di quei sommi, che in tutto quell’ intervallo
furono considerati come la prima autorità in tali materie. La
loro dottrina fu nelle sue parti esaminata, corretta, ampliata
per opera di matematici e di eruditi di tipo assai vario, fra i
quali brillano i nomi di Newton, di Fréret, di Mabillon. Yerso
il 1750 una vasta sintesi di tutto il sapere cronologico fu ten-
(>) F. K. Gi'nziül, Handbuch der mathematischen und technischen
Chronologie. Volume 1, Lipsia, 1906, Hinrichs.