da Venezia, ingegnere eccellentissimo già di Carlo imperatore e ot
dell’illustrissimo Dominio in materia di fortezze, difese ed offesa, e
altri avvertimenti appartenenti a cose della militia ,, , pubblicato da
Girolamo Ruscelli nei suoi “ Precetti della Militia moderna ,, (Venezia,
1568). Questo ‘Tomasso asserisce di essersi ritrovato in numerose
imprese di guerra in Italia, in Francia, in Scozia, in Inghilterra, in
Fiandra, in Alemagna; e quasi certamente è Giantomaso Scala, del
quale diremo in un successivo volume.
Anche un Pedro Baera tisulta italiano, perchè detto “el genoves,,
e lavorava nel 1546 alle fortificazioni di Perpignano. Così più volte
nei documenti dell’epoca si ricorda un tecnico di nome Juan Maria,
il quale prese parte alla spedizione di ‘Tunisi (1535), che narreremo,
e probabilmente apparteneva alla stessa famiglia del suo contempo-
raneo omonimo e napoletano che lavorava in Ungheria, come si è
scritto nel volume II. Nell’archivio di Simanca si accenna anche che
in epoca non ben determinata fu in Spagna il “ caballero Relog-
gio ,,. Questi è il vicentino Giacomo Francesco Orologio o dell’Orologio,
ottimo tecnico, che i Francesi chiamavano “le chevalier Reloge,, e
che visse nella prima metà del XVI secolo; egli nel 1539 prese
servizio in Francia ove costituì il corpo degli ingegneri militari. È
probabile che prima fosse per qualche anno in Spagna.
li primo architetto militare di cui gli archivi spagnuoli dànno
notizie alquanto ampie è Benedetto da Ravenna, che gli scrittori iberici
chiamano “ Miser Benedito de Rabena,, ed è pochissimo conosciuto
in Italia. Secondo lo storico gen. Aparici sembra che questo tecnico
entrasse nel 1511 al servizio di te Ferdinando II come ingegnere
militare del regno di Napoli, forse in premio della parte presa
nella conquista di Tripoli dell’anno precedente. Per cinque anni
il da Ravenna restò in Italia, dopo si trasferì in Spagna.
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