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Suppongasi invece in Az nulla la parte reale h; si avrà:
lim <p y + 0 — <p (”» y) +*'l> (a?, y + Q — M> (*. y)] _ f, ^
i 1/
e quindi con ragionamento analogo si deduce resistenza delle deri
vate parziali di qp e vp rispetto y, e
f (*) = V'jr (a?, y) — i <p’ y {x, y).
Paragonando questa espressione di f'{z) colla precedente, colla
quale deve essere identica, si ha :
<P» {x, y) = qj' y {oc, y) e xy'x {oc, y) = — <p,' {x, y),
ossia :
Affinchè w=u+iv sia funzione di z=x+ iy, è necessario che
le funzioni reali u e v delle variabili reali x ed y soddisfino alle
equazioni
du dv du dv
dx dy ’ dy dx
Se si deriva la prima equazione rispetto x, la seconda rispetto y,
... cPv cPv .
e se si ritiene , , si ricava 1 equazione
dx dy dy dx
dPu , d?u A
dx 2 ' dy 1 — °’
equazione a derivate parziali di secondo ordine, in cui non entra
che la funzione u. In modo analogo, derivando la prima equazione
rispetto y e la seconda rispetto x, e sottraendo si ha
dH ! d?v A
~dà? '~dy*~ 0,
ossia anche v soddisfa alla stessa equazione a derivate parziali cui
pure soddisfa uc.