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república. L’anno col giorno intercalare si dice bisestile; gli
altri anni sono comuni.
Questo calendario, detto giuliano, ebbe principio al novi
lunio seguente il solstizio d’inverno, il primo gennaio del
l’anno 45 a. C. cioè l’anno —44 degli astronomi.
Cosi, per ordine di Cesare, i mesi cessarono di seguire la
luna.
L’equinozio di primavera, ai tempi di Cesare, fu fissato al
25 marzo. Il Concilio di Nicea, che ebbe luogo l’anno 325,
nel fissare la data della Pasqua, assunse il 21 marzo come
giorno dell’equinozio. Verso l’anno 1500, l’equinozio vero ca
deva circa l’il marzo. Il pontefice Gregorio XIII volle rista
bilire l’equinozio ai tempi del concilio di Nicea. Quindi ordinò
che il giorno seguente il « 4 ottobre 1582 giovedì » fosse
chiamato « 15 ottobre 1582 venerdì », e che in futuro gli anni
multipli di 100 e non di 400, fossero comuni.
E ciò per ragioni ecclesiastiche « rebus ecclesiasticis ma
xime », e cioè per impedire che dopo 23000 anni il Natale
venisse a cadere d’estate, e S. Giovanni d’inverno, ciò che
avviene nei paesi situati nell’altro emisfero, come la Repub
blica Argentina.
Il calendario gregoriano sostituì il giuliano dapprima presso
i popoli cattolici, poi presso gli altri; fu adottato in Russia
dal I o gennaio 1918 e in Grecia dal I o marzo 1923. Così
l’unità del calendario, rotta da Gregorio, si è ricostituita
presso i popoli europei.
I nomi dei mesi sono gli stessi, salvo l’ortografia, in tutte
le lingue europee.
§ 4. — L’anno giuliano a è bisestile, se a è multiplo di 4 ;
ossia se le due ultime cifre a destra formano un numero mul
tiplo di 4; ossia se la cifra delle unità è pari, e la sua metà
sommata colla cifra delle decine dà un numero pari.
L’anno gregoriano a segue la stessa regola pei bisestili,
eccettuato il caso in cui a è multiplo di 100, e non di 400.
L’anno 1900 è comune; il 1924 bisestile, il 1925 comune, il
1926 comune.