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sia la minima fra le distanze dei punti della F dal punto P,
e se inoltre col tendere di P ad una posizione speciale P 0 , anche
il punto 0 corrispondente a P ha per limite il punto corrispon
dente a P 0 , allora la derivata del numero che misura la mi
nima distanza del punto P dalla figura F è un segmento
che ha la direzione di questa minima distanza, nel
senso che va dalla figura al punto, ed eguale all’unità
di misura.
Invero, sia r il numero che misura la distanza OP, e Y il suo
quadrato, Y = r 2 = OP*. Data al punto P la nuova posizione P', e
detto 0' il punto corrispondente della figura, sarà AV = 0T r2 — OP 2 .
Ora, poiché OP è la minima distanza del punto P dai punti della
figura, sarà ÓP 2 <Ò 7 P 2 ; in modo analogo 0 7 P' 2 <0P' 2 . Tenendo
conto di queste diseguaglianze si ha
O'P' 2 — OT 2 < AV < OP 72 — ÓP 2 ,
ovvero
PP' X (O'P' -f O'P) < AV < PP' X (OP' + OP).
Facciasi tendere P' a P; anche 0' tende ad 0, per la ipotesi
fatta; e i segmenti OP, OP', O'P e O'P' hanno per limite OP; quindi,
detti « e 3 due segmenti infinitesimi, sarà
PP' X (20P + a)<AV< PP' X (20P + p).
Siano a' e P' le proiezioni ortogonali di a e p su PP'. Sarà
PP' X « = PP' X a ', e PP' X P = PP' X P f ;
quindi la diseguaglianza precedente si può scrivere
PP' X (20P + «') < AV < PP' X (20P + p') ;
siccome i segmenti a' e p' hanno la stessa direzione, che è quella
di PP', si potrà determinare un segmento e, avente pure la stessa
direzione, tale che
AV = PP' X (20P -f- e),