lai punto P,
le P 0 , anche
o corrispon-
sura la mi-
segmento
tanza, nel
e all’unità
e V il suo
sizione P', e
: (yp 2 — OP 2 .
i punti della
P' 2 . Tenendo
3 ).
>r la ipotesi
OP; quindi,
Sarà
— 137 —
ed e, che risulta compreso fra a' e fi', avrà per limite zero, onde
V ha per derivata 20P. Quindi la derivata di r — f/y sarà
20P = ,
2>/y 9 r 0P
ossia un segmento avente la direzione e senso di OP, ed eguale alla
unità di misura.
Le condizioni restrittive enunciate sono verificate se la figura F
è una retta od un piano; quindi:
Teorema. — La derivata del numero che misura la di
stanza del punto variabile P da una retta fissa o da
un piano fisso, non passante per P, è un segmento
avente la direzione della retta su cui giace questa
distanza, nel senso che va dalla retta o piano fisso al
punto P, ed è eguale all’unità di misura.
7. Teorema. — Se il numero U è funzione delle coor
dinate cartesiane ortogonali co, y, z del punto P, avente
derivate parziali di primo ordine continue, la deri
vata di U è un segmento avente per coordinate 4-, 4—,
dx ’ dy
dU
dz
Invero, date a P due posizioni di coordinate co, y, z, e x -j- A#,
y -j- Ay, z + Az, se Unf(po, y, z), sarà
AU = (f+“)^+(f+i ) )^+(f+T)^
Ora si ha
PP f = A^i -|- Ayj -f- Ask,
dU . , dU . . dU
U== ^ 1 + d3T J + ^
k
he è quella
re la stessa
e se si fa