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linee poligonali i cui estremi sono gli estremi dell’arco, ed i cui
vertici sono punti successivi dell’arco.
Si deduce immediatamente dalla definizione, che la lunghezza d’un
arco, la quale è il limite superiore delle lunghezze delle linee poligo
nali i cui estremi sono gli estremi dell’arco e i cui vertici sono punti
successivi dell’arco, è maggiore delle lunghezze di queste linee po
ligonali. Come caso particolare, la lunghezza d'un arco (continuo) è
maggiore della sua corda.
Teorema. Se mentre un punto P percorre una linea AB
da A in B, le sue tre proiezioni P' P" P'" fatte su tre
assi Ox 0y Oz, ogni proiezione essendo fatta parallela-
mente al piano degli altri due assi, percorrono rispet
tivamente i segmenti A'B', A"B”, A'"B'" sempre muoven
dosi nello stesso senso, la lunghezza dell’arco AB è
minore della somma delle lunghezze delle sue proie
zioni A'B', A"B", A"'B"'.
La cosa è evidente se la linea AB è retta, perchè essendo il
segmento AB equipollente alla risultante dei segmenti A'B', A"B",
A'"B'", sarà gr AB < gr A'B' -f- 9 T A"B" -f-gr A'"B'".
Se la linea è una spezzata AGDB, sarà gr AC <grA'C -\-grA"C"
+ grM"C" ; gr CD < grC'D'+grG'D" + C"'D'"; gr DB < ^rD'B'-f
gr D"B n -f- gr D"'B'" ; quindi sommando, ed osservando che grkICI
-\-grCD' -f-^rD'B' ~gr A'B', e formule analoghe, si deduce che la
lunghezza della spezzata è minore della somma delle lunghezze delle
sue tre proiezioni.
Se la linea è qualunque, si immagini una spezzata, i cui estremi
siano A e B, e i cui vertici siano punti successivi dell’arco. La sua
lunghezza sarà minore di gr A'B' -j- gr A"B" -j- A'"B'" ; e poiché
il limite superiore della lunghezza di questa spezzata è la lunghezza
dell’arco, si deduce che la lunghezza dell’arco è minore della somma
delle sue proiezioni.
Teorema. Se un arco curvilineo ha in un suo punto P
la tangente, e se questa è il limite della retta che con