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campo AA in modo che i suoi punti distino da P meno di r, e pei
quale > M. Ora questo è assurdo, poiché, siccome
tende ad un limite p < M, si può determinare una lunghezza r in
guisa che, per ogni campo AA i cui punti distano da P meno di r,
sia < M. Dunque non può essere il rapporto maggiore
di M.
Nello stesso modo si dimostra che questo rapporto non può es
sere minore di m, e così si conchiude che esso è compreso fra M
ed m.
Corollario I. Se il rapporto p delle due funzioni distributive y
e x è costante in ogni punto del campo S, anche il rapporto dei
valori di y ed x corrispondenti ad un campo qualunque A, parte
di S, è eguale a quel valore costante di p.
Infatti, il rapporto è minore d’ogni numero maggiore di p,
x(A)
e maggiore d’ogni numero minore di p; dunque esso vale p.
Corollario II. Se il rapporto di y ed x è in ogni punto di S nullo,
sarà sempre nullo il valore di y corrispondente ad un campo qua
lunque parte di S.
Corollario III. Se i rapporti delle funzioni y e z alla x sono
eguali in ogni punto, i valori di queste funzioni corrispondenti ad
un campo qualunque sono pure eguali.
Basterà applicare il corollario precedente alla funzione z—y.
14. Teorema. Il rapporto p = delle due grandezze
coesistenti y e x, in un punto, è funzione continua
del punto.
Invero, sia P un punto del campo, e sia p(P) il valore corrispon
dente di p. Fissato ad arbitrio un numero e, si potrà determinare
una lunghezza r in guisa che, preso un campo qualunque A A i cui
punti distino da P meno di r, il rapporto dei valori corri-