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area OM — ^ a, d area OM = 5- da, e quindi, fatto ancora OP=r:
4° Se da ogni punto M d’una sfera si conduce il raggio OM, e su
esso si porta a partire dal centro un segmento OP la cui lun
ghezza varii con M, essendo però funzione continua di M; allora
se M descrive un campo sulla sfera, i volumi descritti da OM e da
OP sono grandezze coesistenti, ed il loro rapporto è, in ogni punto M,
eguale al cubo del rapporto delle lunghezze delle rette che li de
scrivono.
La dimostrazione è analoga alla precedente.
Preso per unità di misura il raggio della sfera (OM = 1), detto v
il volume descritto da OP, w l’area sferica descritta da M, e r la
1 l
lunghezza di OP, si avrà volOM = » ur, d volOM = ^ d\.u; quindi, so
stituendo in
si ricava
d voZOP
d volOM
OP 3
OM 3 ’
. I
dv = g r 3 dvj.
17. Sia, nello spazio, OX un asse fisso, P un prisma indefinito,
avente le generatrici parallele ad OX, ed F una figura solida finita.
Per ogni punto M di OX conducasi il piano TT normale a questo
asse ; esso incontrerà il prisma P secondo un poligono p, ed il so
lido F secondo una figura piana f. Se M percorre un segmento su
OX, il poligono p descrive un prisma finito, parte di P, e la figura f
un solido, parte di F. I solidi descritti da p e da f sono funzioni
distributive del campo percorso da M. Dico che se, per una posi
zione speciale di M, il piano TT incontra il campo limite di F se
condo una figura piana la quale si possa racchiudere con linee po
ligonali che comprendano un’area tanto piccola quanto si vuole
Peano, Geom. in fin. 12