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ovvero, eseguendo l’integrale del secondo membro :
R-— 4 (P ~ a f
ove u è un valore di x compreso fra a e &. Sostituendo si deduce
(' f(x) dx — ip — a) fih) (& — af f" (u).
a
Così si ha il vero valore dell’integrale espresso mediante un suo
valore approssimato, più un resto nel quale comparisce la quantità
incognita u di cui si sa solo che è compresa fra a e &. Sostituendo
invece di f"(u) il massimo ed il minimo valore che esso assume
mentre u varia nell’intervallo (a, &), si ottengono due espressioni
entro cui è compreso il resto.
Ad esempio se si fa in questa formula
si ha
ossia
log 2 = 0,75 R;
il primo termine è il valore approssimato di log 2; il secondo
1
R =—rappresenta l’errore. Siccome u è compreso fra 1 e 2, si
1 1
deduce —w < R < — ossia 0,75 è un valore maggiore di log 2,
O D.o
e si ha precisamente 0,5933 < log2 < 0,739166.
Il resto R si può anche mettere sotto forma d’integrale definito.
Invero, si ha applicando due volte l’integrazione per parti: