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Come altro esempio, si consideri il volume comune a due cilindri
circolari retti, aventi lo stesso raggio r, ed i cui assi si incontrano
sotto l’angolo 0. Il piano passante per gli assi dei due cilindri in
contra il solido secondo un parallelogrammo di area 4r* sen0 ; ogni
piano parallelo ad esso, alla distanza x, incontra lo stesso solido
secondo un parallelogrammo, simile al primo, e la cui area ui vale
4(r 2 — x 2 ) sen0. Perciò, siccome uj è funzione di secondo grado di
x, applicando la formola precedente, si ha che il volume del solido
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comune ai due cilindri vale i y del volume del parallelepipedo
avente per base il parallelogrammo 4r 2 sen0, e per altezza 2r, dia
metro comune ai due cilindri.
§ 8. Archi curvilinei.
40. Teorema. — Se la posizione del punto P è funzione
della variabile numerica t, avente per derivata il seg
mento u, funzione continua di t, detto u il numero che
misura la lunghezza di u, l’arco descritto da P, mentre
t varia nell’intervallo (i 0 , è misurato da
Infatti sia As la lunghezza dell’arco descritto da P, mentre t
varia in un intervallo parte di (t 0 , £,), e la cui ampiezza sia At.
Sia c la corda di quest ’arco As. Si avrà . Fa-
u Ai c Ai
A<?
cendo tendere At a zero, il fratto y—, che è il rapporto fra la
lunghezza dell’arco alla sua corda, ha per limite l’unità, per quanto
si è visto. Il rapporto ~ ha per limite u; quindi
-tt — u, ds = udt, e s
| udt.
' t 0
Peano, Geom. infin.
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