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dC
La seconda di queste equazioni dice che è normale ad u,
'ossia, siccome le direzioni di u e di sono le direzioni delle tan-
dt
genti alla curva data e all’evoluta, si deduce che la tangente al
l’evoluta nel suo punto G è la normale alla curva data nel punto
corrispondente P.
La prima equazione si può scrivere PG X
d G
dt
R
dR
dt
ora ì
dC
segmenti PG e hanno la stessa direzione, ma possono avere lo
dC
dC
stesso verso, o verso opposto ; quindi PG X — + 9 r PC. gr
dovendosi prendere il segno + nel primo caso, ed il — nel secondo.
Si sostituisca nella formula precedente, osservando che ^rPG = R,
e si divida per R. Si avrà
gr
dC
dt
Si moltiplichi per dt e si integri entro due valori t 0 e t r Supposto
che per tutti i valori considerati di t si debba sempre prendere o
il segno superiore o il segno inferiore, il che avverrà se il raggio
di curvatura R va sempre crescendo, ovvero sempre decrescendo, si
dedurrà
gr
to
dC
~cù
dt — + (' ' dt.
— J dt
Ma il primo integrale rappresenta la lunghezza dell’arco descritto
dal punto G, e che indicheremo con cr. Detti R 0 e R, i valori di R
rfR
dt
dt — R, — R 0
, X
corrispondenti ai valori 1 0 e t l di t, si avra
t°
quindi
<y = ± (R t — Ro)
ossia :
* Se, mentre il punto P si muove su d’un arco P 0 P, di curva