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piana, il centro di curvatura G descrive l’arco C 0 C, di evo
luta, in guisa che il raggio di curvatura GP vada sempre
crescendo, ovvero sempre decrescendo, allora la lunghezza
dell’arco G 0 G, è eguale al valor assoluto della differenza
dei due raggi di curvatura G 0 Po e corrispondenti agli
estremi dell’arco considerato.
Di qui si scorge la ragione del nome evoluta
dato alla curva CoCj. Supposto invero, come
nella figura, che il raggio di curvatura vada
sempre crescendo da P 0 a P„ preso un punto
qualunqueP della curva, si ha GG,=0^—GP,
ossia PC-f-CC^PjC,. Quindi se si immagina
un filo inestensibile di cui un estremo fisso
sia C, e la cui lunghezza sia C^, e lo si
dispone in modo che una sua parte CjC si
avvolga sulla evoluta e l’altra GP sia sulla tangente alla evoluta
in G, il punto P sarà un punto dell’arco P 0 P t ; e, variando il punto
G su GGj, P descriverà l’arco di curva data P 0 P,.
5. Dalle proposizioni dimostrate si deduce che, se del punto P che
descrive la curva si conoscono le derivate prima e seconda, la co
struzione del centro di curvatura non presenta alcuna difficoltà.
Una costruzione assai semplice è la seguente:
Siano PU e PY le derivate prima e seconda
del punto P. Si conduca da Y la parallela a
PU, e da U la UH 1 PU, che incontri questa
parallela in H. Si unisca P con H, e da U si
abbassi la perpendicolare alla PH; questa
incontrerà la normale alla curva in un punto G
che sarà il centro di curvatura cercato.
Infatti dai due triangoli simili PUH, CPU si ricava
UH :PU = PU:PG
il che dice appunto che PG è la terza proporzionale dopo PY, deri