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dunque A ha derivata, ed il suo estremo U è il punto d’interse
zione delle polari di l ed m in A, c. v. d.
13. Teorema IV. —Se dei punti ABC d’intersezione
della retta variabile l con tre piani paralleli fissi a p y,
due hanno derivata AU e BY, anche il terzo ha derivata
GW, egli estremi U, Y, W di queste derivate sono in
linea retta.
Infatti, il punto G della retta AB si può considerare come il ba
ricentro dei punti A e B, ove ad essi si affiggano pesi convenienti
m ed n; quindi, detto 0 un punto dello spazio, sarà
{m -(- n) OC = mOA -j- nOB.
Data alla variabile t un nuovo valore t-\~h, e dette 1', A', B', C'
le nuove posizioni della retta e dei suoi punti d’intersezione coi
piani fissi, A' B' C' si possono considerare come proiezioni parallele
di ABC su f; e quindi sarà ancora
(m -}- n) OC' = mOA' nOB r .
Sottraendo da questa equipollenza la precedente, si ha:
(m -)- ri) GG' = mAA' -f-^BB',
e dividendo per h