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la quale dice che W si può considerare come il baricentro di U
e Y coi pesi m ed n, e quindi U, V, W sono in linea retta.
Dal teorema precedente si deduce che se una retta l ha rette
polari a e d in due suoi punti A e B, essa ha retta polare c in
ogni altro suo punto G, e la costruzione di c si ottiene a questo modo:
Si conducano per A, B, G tre piani paralleli, a, (3, q; il
primo incontri la polare a in U, e il secondo la polare
d in V; si conduca la UV, che incontri il terzo piano f
in W. La retta c condotta per W parallelamente ad a
è la polare di l in G.
Infatti, poiché la retta l ha polari a ed nei punti A e B, i punti
d’intersezione di questa retta coi piani a, 3 hanno derivata, le quali
in virtù del teorema II sono AU e BV. Quindi, pel teorema prece
dente, anche il punto G d’intersezione della l col piano j ha deri
vata, che è la GW, e perciò (teorema I) la retta l ha polare in G,
che è la c.
Se la retta mobile l sta in un piano fisso, invece di condurre i
tre piani paralleli a, {3, j basta segnare le loro intersezioni con
questo piano fisso, e si ha la costruzione: si conducano per ABC
jL li C
tre rette parallele AU, BY, GW ; le due prime incontrino nei punti
U e V le polari a e d; la retta UV incontri la terza parallela in
W; la retta c condotta per W parallelamente ad l è la polare
cercata.
14. Le proposizioni ora dimostrate permettono di risolvere molti
problemi, in cui si ha a determinare la derivata d’un punto, o la
tangente ad una curva. Eccone alcuni esempi.