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6. Pei limiti di piani si hanno le proposizioni che seguono.
Teorema I. — Se le distanze di tre punti non in linea
retta del piano fisso tt 0 dal piano variabile tt hanno per
limite zero, la distanza d’ogni altro punto di tt 0 da tt ha
per limite zero, e il piano tt ha per limite tt 0 .
Infatti, siano ABC i tre punti non in linea retta di rr 0 ; sia D
un altro punto dello stesso piano. Si possono determinare tre numeri
m, n, p tali che D risultici baricentro di A B G coi pesi m, n, p; ossia
(m -f- n -fij) OD = mOk -}- nOB -\-pOG.
Siano AH, BK, GL, DM le distanze di A B G D da tt. Saranno H K
L M le proiezioni ortogonali di A B G D su tt, e M il baricentro di
H K L coi pesi m n p, ossia
(m -f- n -\-p) OM = mOH -f- nOK. -\-pOB ;
sottraendo da questa eguaglianza la precedente, si ha
(m -(- n -fP) DM =jpAH 4- nBK 4~ mCL,
e se AH, BK, GL hanno per limite zero, anche DM ha per limite
zero. Quindi la distanza d’ogni punto D di tt 0 da tt ha per limite
zero, e tt ha per limite tt 0 .
Teorema II. — Se i punti ABC hanno per limiti i punti
A 0 B 0 G 0 non in linea retta, il piano ABC ha per limite il
piano A 0 B 0 C 0 .
Infatti, le distanze dei punti A 0 B 0 C 0 dal piano ABC sono in valore
assoluto non maggiori di A 0 A, B 0 B e C 0 C, le quali hanno per limiti
zero, quindi quelle distanze hanno pure per limite zero, e, pel
teorema che precede, il piano ABC ha per limite il piano A 0 B 0 G 0 .
Viceversa, se il piano tt ha per limite tt 0 , preso su questo un punto
ad arbitrio A 0 , si può sempre determinare un punto A di tt avente
per limite A 0 ; basta invero prendere per punto A la proiezione di
A 0 su tt.