, z(f). Si avrà
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'*>№ + «]
Infatti, riferito il segmento a ai segmenti i, j, k, e posto
a.[t) = x(t)i + y(f)j. + *(*)k,
■>(Q+fl
si ricava
"HQ + t]
a (ù) — a(i 2 ) _ x(t { ) — x(l 2 ) , , j/(#ì) — y(t 2 ) . , z^) — z(t,) ,
r i h h h —1 2 —1 2
Lichino queste
e
ossia
) k >
a(44) = aitjji + yitJJj -f *(44)k ;
ed in generale
a,(t l t 2 ...tn) = x[t j t i ...tn) i -\- y(t i t 2 ...t n ) j -)- z[t i t 2 ...t n )ls- J
(t) + é],
quindi passando al limite [Cale. (Uff. N. 86)
lim a(44) = af(t)i -f y\t)j -f z\t)k = a'(£),
zero col ten-
e
oni analoghe
lim a(44. J M ) = (w _ 1} , [x( n ~ V(t) i + y(» -1)(4 j + *(» i)(i) k] =
J
interpolari di
14. Un segmento variabile a può essere funzione di due o più nu
meri u, v, ...; ed allora si avrà a parlare di tante derivate parziali
del primo ordine di a quante sono le variabili. Le derivate di
primo ordine possono avere alla loro volta derivate, che si di
ranno di secondo ordine, e così via. Tutte queste derivate parziali
issive deri-
ol tendere
sono segmenti.
Così ad esempio, se oc y z sono le coordinate del segmento a
a = xi -f yj + zk,
e queste sono funzioni dei numeri u, v, ..., aventi derivate parziali,
anche a è funzione di u, v,... le cui derivate si ottengono derivando
l’equipollenza precedente, e si ha
da dx . , dy . . dz
du du l ' du^ ' du ’