joincidente
la tangente
ice toccata
i se q è dis-
. Si consideri
u n indicando
si annulla, per
a derivata p mA
alla tangente.
) supporre che
i^.PqA. Ora, se
i fi, si deduce
osto di Up.PoA,
a dalla regione
so cui questo
taglia la retta
P 0 P.P 0 A ha il
ielle vicinanze
diretta %.
gente, e quindi
! saranno pure
’dine q, che è
dispari, la linea
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descritta da P taglia la tangente, e, se q è pari, la tocca, e trovasi,
nelle vicinanze di P 0 , da quella parte della tangente verso cui è
rivolta u g .
8. Si suol dire che un punto P d’una curva è un punto ordinario
se la curva taglia tutte le rette diverse dalla tangente e tocca la
tangente. Si dice ancora in questo caso che nel punto considerato
la curva rivolge la sua concavità verso quella ^ 3
delle due parti in cui il piano è diviso dalla tan- \. y 7
gente, nella quale essa è contenuta, e rivolge - ^ 1
la sua convessità verso la parte opposta. Così il punto P è un punto
ordinario della curva, se ha derivata prima non nulla, e derivata
seconda nè nulla nè coincidente in direzione colla derivata prima,
o più, generalmente, se delle derivate di P la prima non nulla è
d’ordine dispari, e delle susseguenti la prima non nulla nè coinci
dente in direzione colla tangente è d’ordine pari.
Un punto non ordinario si suol dire singolare. Così se la linea
taglia tutte le rette passanti pel punto consi
derato, compresa la tangente, il che avviene
quando, conservate le notazioni dell’ultimo
teorema, p e q sono dispari, si ha un punto
singolare, che vien chiamato punto di /lesso.
Se la linea tocca tutte le rette diverse dalla tangente, e taglia
la tangente, il che avviene se p è pari e g è dispari, si avrà un